BREXIT nel caos: Johnson già sfiduciato

BREXIT

La luna di miele tra Boris Johnson e il suo pugno di ferro sulla BREXIT e il parlamento inglese è durato meno di un soffio di vento estivo.

Sono bastati i primi refoli di venticello autunnale su Londra per sbattere il nuovo Premier in minoranza in parlamento.

Lo avevamo scritto ieri che una hard BREXIT è dannosa per tutti ma soprattutto lo sarebbe per la Gran Bretagna.

Evidentemente qualcuno nelle segrete stanze della famose House of Parlaments che guardano lo scorrere quieto del Tamigi se ne è reso conto prima che fosse troppo tardi.

Va bene rispettare la volontà popolare ma non per questo si deve perseguire la strada del non dialogo.

Percorso che avrebbe messo nei guai milioni di lavoratori comunitari immigrati in Gran Bretagna ma allo stesso tempo svuotato di appeal la City londinese e in generale tutto il Regno Unito.

BREXIT: si va verso il rinvio

L’atteso voto su una legge anti no-deal promossa dal leader laburista Jeremy Corbyn ha visto la sconfitta del neo leader Johnson che ha perso per strada l’appoggio decisivo dell’ex sottosegretario Philip Lee.

Con una mossa in stile calciomercato Lee èpassato dai conservatori al gruppo liberaldemocratico.

Così Johnson non ha potuto più contare sulla maggioranza alla Camera dei Comuni. E’ sceso infatti a 319 voti, contro i 320 in dell’opposizione.

Al voto poi i favorevoli a bloccare il no-deal sono ulteriormente lievitati portando il totale a 328 sì e 301 no!

La legge proposta da un gruppo di parlamentari sia laburisti sia conservatori obbligherà il premier inglese a trovare,volente o nolente,un accordo con Bruxelles sulla BREXIT.

Si posticipa anche il termine probabilmente al 31.01.2020.

Corbin ha in questo modo rifiutato di accogliere il suggerimento del suo predecessore Tony Blair, che lo aveva invitato a puntare direttamente a nuovo referendum sulla BREXIT.

Johnson punta a tornare al voto

Questo per evitare la contromossa di Johnson che si è già puntualmente materializzata.

Ovvero il rifiuto ad eseguire la nuova legge sotto il suo mandato e quindi tornare al voto popolare!

Il testo della legge, è stato infatti da qualcuno definito «un capolavoro».

Pare meditato e studiato per imbrigliare Boris Johnson.

Tanto da limitare la sua capacità di agire autonomamente.

Quasi una mozione di sfiducia contro il Governo del Premier.

Johnson  ha sì minacciato di non rispettarla e di puntare al voto ma poi probabilmente memore di quanto accaduto in Italia, a una precisa questione postagli  in Parlamento ha risposto che “naturalmente il Governo rispetterà la Costituzione e obbedirà alla legge”.

Comunque procederà Johnson: che caos questi inglesi!