Pare proprio che si vada verso la BREXIT, Boris Johnson non molla, forte dell’ appoggio popolare che travalica il parere del Parlamento che sarebbe molto più cauto.
Compreso qualche membro del suo Governo che ogni tanto abbandona la nave.
Ultima in ordine di tempo la Ministra del lavoro Amber Rudd peraltro prontamente sostituita da Therese Coffey.
La cosa un po’ strana è che la signora Coffey, già Ministra dell’ambiente con Theresa May, ai tempi del referendum sostenne il ”remain” insieme alla Rudd.
Evidentemente ha cambiato idea…
Comunque, a parte queste vicende di poltrone che vanno e vengono, oggi Boris Johnson ha incassato un considerevole appoggio alla sua strategia dura da una serie di dati macroeconomici britannici particolarmente buoni.
O almeno meglio delle attese…
Vediamoli.
Tabella principali dati macroeconomici di giornata della Gran Bretagna
GBP | PIL (Trimestrale) | 0,0% | -0,1% | -0,2% | |||
GBP | PIL (Mensile) | 0,3% | 0,0% | ||||
GBP | Variazione mensile dei prezzi del settore dei servizi | 0,2% | 0,1% | ||||
GBP | Produzione industriale (Mensile) (Lug) | 0,1% | -0,10% | -0,1% | |||
GBP | Produzione industriale (Annuale) (Lug) | -0,9% | -1,1% | -0,6% | |||
GBP | Produzione manifatturiera (Mensile) (Lug) | 0,3% | -0,1% | -0,2% | |||
GBP | Produzione manifatturiera (Annuale) (Lug) | -0,6% | -1,1% | -1,4% | |||
GBP | Saldo della bilancia commerciale (Lug) | -9,14B | -9,60B | -8,92B | |||
GBP | Saldo della bilancia commerciale non-UE (Lug) | -1,93B | -1,77B |
A questi si aggiungono anche due dati del sensibilissimo settore immobiliare inglese entrambi positivi.
In Tabella rileviamo come nonostante il caos provocato dalla potenziale hard BREXIT il PIL britannico tenga a 0% mentre era atteso in negativo.
Anzi, poi il PIL su base mensile segna un ottimo +0.3%
D’altronde sia produzione industriale che manifatturiera battono ampiamente le attese.
Anzi, il +0.3% mensile della manifatturiera su base mensile è certamente il migliore dato tra le grandi nazioni tuttora facenti parte dell’UE.
Johnson non molla
Ancora più galvanizzato dai dati macroeconomici certamente Boris Johnson non ha nessuna intensione di mollare.
Dall’altro lato nemmeno l’Unione Europea pare disposta a fare concessioni.
Detto che la “banale” soluzione da noi proposta di fare uno spezzatino di accordi sui vari temi non viene mai nemmeno citata come possibile pare proprio che si vada al traumatico distacco tra Gran Bretagna ed UE.
Infatti il portavoce di Downing Street ha dichiarato parlando coi giornalisti: “Il premier non chiederà un’estensione”.
E poi ha rincarato la dose: ”Se i deputati vogliono risolverla in un modo facile, votino oggi per tenere elezioni e lascino che sia l’opinione pubblica a decidere”.
Parole spinte, proprio nel giorno in cui è previsto il voto sulla mozione presentata dal Governo ai Comuni sullo scioglimento della Camera.
Praticamente l’ultima possibilità per convocare le elezioni prima del termine ultimo che il buon Boris si è dato per uscire dall’Ue, quel il 31 ottobre prossimo fissato con o senza accordo.
Salvo chiedere un’altra proroga. Opzione che il Premier pare rifuggire come la peste…
Chiusura parlamento?
Tra l’altro quella odierna sarà l’ultima seduta del Parlamento britannico, che poi sospenderà i lavori fino al 14 ottobre.
Una prerogativa ordinaria, che però in questo contesto è stata fatta oggetto di forti polemiche perché inserita nel bel mezzo della crisi per la scadenza della BREXIT.
Rimane qualche possibilità di ricorso ma la realtà è che Johnson si sta mettendo nelle condizioni per andare a trattare in solitaria con Bruxelles; in una posizione che non è ancora facile catalogare se di forza o di debolezza.
Sicuramente lo stesso Primo Ministro dopo aver parlato col premier irlandese ha ammesso che non trovare un accordo sarebbe una sconfitta della politica…
Forse un’apertura all’UE.. chissà…
Approfondimento
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