Borse in ripresa: c’è da fidarsi?

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Ieri ennesima giornata negativa per le Borse internazionali che soffrono principalmente lo scontro senza frontiere tra USA e Cina.

Battaglia che dal mero fronte doganale si è ora spostata anche su quello valutario.

Lo yuan infatti si è portato sotto la soglia che da tempo faceva da supporto sul  dollaro.

A seguire gli USA hanno annunciato il ricorso al Fondo Monetario Internazionale contro la concorrenza sleale di Pechino.

La Cina, come sappiamo, è stata investita da lunedì dai nuovi dazi sulle merci esportate negli Usa.

Pechino pertanto a sua volta, accusa Washington di “voler deliberatamente distruggere l’ordine mondiale”.

Borse senza un attimo di respiro

Inevitabile che le Borse subiscano pesantemente gli effetti di questa situazione critica e caotica che apre molti fronti di dubbio sugli interscambi commerciali globali.

Commercio mondiale che rischia di entrare in una spirale di divieti, dazi e ritorsioni difficile poi da arginare.

Il tutto corredato da uno scenario geopolitico globale zeppo di temi critici.

Dalla rivolta di Hong Kong alla crisi nel Kashmir i problemi si stanno esacerbando su più fronti.

Asia sempre più tormentata

Cina a parte è l’Asia nel suo insieme a non trovare pace in questa fase così critica.

Anche se da Hong Kong nel pieno degli scioperi è arrivato un segnale di possibile distensione: la Banca centrale di Pechino ha infatti annunciato il collocamento di obbligazioni a termine di 30 miliardi di yuan sulla piazza di Hong Kong.
Una astuta operazione tattica che drena liquidità e complicherà la vita a chi cercherà denaro a prestito.

Le valute asiatiche in generale, quindi non solo lo Yuan, paiono avere tratto beneficio da questa manovra di raccolta.

Ci segnalano in ripresa anche il Won coreano bistrattato sul mercato subito dopo l’uscita della notizia dei nuovi missili lanciati da Kim (per la quarta volta in due settimane) nel mar della Cina.

Le Borse non si illudono, meglio non illudersi

In tutto questo le chiusure di ieri paiono indicare che le Borse internazionali non si illudono.

Pertanto anche il recupero odierno va al momento catalogato come mero rimbalzo dai supporti più evidenti.

O  meglio appena sotto i supporti perché prima di rimbalzare i market maker debbono incassare gli stop-loss…!

Cautela dunque che va tenuta perché, almeno fino al prossimo distensivo Tweet di Trump, un accordo tra Cina e Washington non pare probabile.

Tanto che Pechino per ritorsione ha bloccato tutti gli acquisti di prodotti agricoli statunitensi.

E avanti così…

Tutti dunque verso i beni rifugio compresi i bund che nonostante la crisi nera della Germania pagano rendimenti negativi anche sulle scadenze a trent’anni! Follia!

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