Borse in picchiata, poi recuperano un poco nel finale. Ecco perché scendono

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Borse in picchiata, poi recuperano un poco nel finale. Ma poteva andare anche peggio. Per fortuna nell’ultima ora i listini hanno recuperato qualcosa da minimi della giornata. Ma perché oggi le Borse hanno subito questo pesante ribasso? Ecco perché scendono

Borse in picchiata, poi recuperano un poco nel finale

È stata una pessima giornata oggi in Borsa, con perdite diffuse su tutti i listini. Francoforte ha ceduto il 2%, Londra il 2,7%, Parigi l’1,6%. Ma poteva andare anche peggio. L’indice italiano delle blue chips, l’Ftse Mib (INDEX:FTSEMIB), ha chiuso con un ribasso del 1,8%. Ma alle 15,00 quando ha aperto la Borsa americana, le perdite sono arrivate al 3%.

Che la giornata non sarebbe stata brillante lo si era capito ben prima dell’apertura delle contrattazioni. La chiusura negativa ieri di Wall Street non lasciava presagire nulla di buono per oggi. E così è stato. Come già scritto in un precedente articolo, in questo periodo l’andamento della Borsa americana è un faro per le Borse del Vecchio Continente. I listini in Europa si muovono al traino di Wall Street.

Le ragioni che spingono al ribasso

Quali sono stati i fattori che hanno determinato il calo dei listini europei e l’apertura pesante della Borsa americana? Sostanzialmente il timore che una ripresa dei contagi nel mondo possa portare a nuove restrizioni e ad un rallentamento della ripresa economica.  Timore confermato dalle parole di Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, la banca centrale americana. Powell ha dichiarato di non voler abbassare i tassi americani sotto lo zero. Nonostante preveda che le conseguenze dell’emergenza da coronavirus sull’economia americana saranno peggiori del previsto e la ripresa più faticosa di quanto immaginato. Parole che al mercato non sono piaciute.

Vale la pena sottolineare come gli investitori abbiano scommesso su di una ripresa a “V” delle economie. E questa ripresa a “V” è stata scontata nell’andamento delle Borse. Lo si vede chiaramente osservando il grafico dei corsi degli indici USA nel periodo compreso tra la fine di febbraio e la fine di aprile. Se ci fosse una nuova risalita dei contagi e delle nuove restrizioni, la ripresa dell’economia non sarebbe più a “V” ma a forma di U.  E questa è una prospettiva che agli operatori non piace.