Molti analisti sostengono che l’andamento delle Borse potrebbe anticipare la fine della guerra. Forse, ma quel che è certo è che gli operatori stanno già guardando oltre. Senza sapere con certezza quando, comunque molti sono convinti che questa guerra finirà presto. E allora gli investitori professionali iniziano a guardare le conseguenze post conflitto sull’economia e a formulare delle ipotesi. Queste ipotesi influenzeranno l’andamento dei mercati per le prossime sedute.
Ieri sono stati pubblicati dati abbastanza allarmanti sull’inflazione in Europa. In Germania il costo della vita ha raggiunto il massimo degli ultimi 48 anni, segnando un incremento del 7,3 % su base annua. In Spagna l’inflazione a febbraio ha toccato quasi il 10%.
Sempre ieri Christine Lagarde ha ammesso che nel breve periodo l’Europa dovrà affrontare un’inflazione più alta del previsto e una crescita più lenta. Questa è la vera paura che ha condizionato ieri i mercati europei e che potrebbe condizionare l’andamento delle Borse nei prossimi mesi. Un’inflazione al galoppo e una crescita economica che ristagna porta alla stagflazione il fenomeno più tenuto da Governi, banche centrali e mercati finanziari. Per ora non si parla di recessione, non è in vista. Ma anche un rallentamento della crescita economica dopo la recente recessione, può preoccupare.
Borse in bilico tra guerra e inflazione intanto a Piazza Affari un titolo potrebbe schizzare anche del 40%
Ecco perché ieri i principali listini europei, ad eccezione di Londra, hanno perso. La Borsa di Milano ha terminato praticamente invariata, il Ftse Mib (INDEX:FTSEMIB) ha chiuso a 25.300 punti. L’indice maggiori di Piazza Affari ieri è partito bene ma subito dopo l’avvio ha virato al ribasso. La quota di 25.500 punti è rimasta lontana. Per un finale di settimana rialzista occorre che oggi i prezzi chiudano sopra questo livello. Una chiusura sopra 25.500 punti potrebbe spingere il Ftse Mib a 25.917 punti, livello di chiusura di un gap aperto il 24 febbraio.
Al ribasso un primo segnale di debolezza arriverebbe con una discesa dei prezzi sotto 24.900 punti, livello minimo della seduta di ieri. Un calo sotto questa quota potrebbe spingere l’indice fino a 24.600/24.700 punti. Il target successivo sarebbe a 24.200 punti.
Con le Borse in bilico tra guerra e inflazione, ieri alcune blue chips hanno tenuto a galla Piazza Affari, tra queste Telecom Italia. Il titolo ieri ha segnato un rialzo superiore al 6,6% ed ha chiuso 0,36 euro. Gli operatori hanno comprato l’azione a mani basse perché la società ha chiesto al fondo KKR di formalizzare un’offerta entro il 4 aprile. Il fondo americano alcuni mesi fa si era detto disposto a pagare 0,50 euro ad azione. Se entro il 4 aprile KKR formalizzarsi la stessa offerta il titolo avrebbe un margine di apprezzamento di un altro 40%.
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