Il Bitcoin, il fenomeno finanziario del 2017, oltre che protagonista di una delle più grandi bolle della storia potrebbe non avere vita lunga.
Il futuro del BTC
A stabilirlo è Jeff Schumacher, fondatore di BCG Digital Ventures, durante un panel organizzato a margine del vertice di Davos. All’incontro il cui tema era il futuro della blockchain, era presente anche il CEO di Ripple, Brad Garlinghouse. Difficile e contrastato il cammino della più importante delle criptovalute ma una cosa è certa: gli elementi che ne hanno determinato il successo. E che potrebbero continuare a determinarlo.
Blockchain sì, Bitcoin no
Infatti come ormai tutti sanno, il successo della moneta elettronica deriva dall’ampiezza di chi ne accetta l’uso: più vasto sarà questo ventaglio, meno diffidenza ci sarà verso il prodotto. Non solo, ma anche più appeal per gli investitori. Da qui la consapevolezza che la tecnologia alla base del Bitcoin, la blockchain, sarà la chiave di volta. Appunto, la blockchain: grande tecnologia che però, secondo Schumacher, non fa del Bitcoin una moneta. Infatti, stando alla sua view, alla base del BTC non ci sarebbe nulla di concreto e di solido. Cosa che, invece, determina l’essenza stessa di una moneta.
E ancora
A rendere ancora più difficile l’adozione ad ampio raggio del Bitcoin è anche il suo forte impatto ambientale. I computer che estraggono le criptovalute, infatti, necessitano solitamente di grandi quantitativi di energia per elaborare i vari logaritmi. Un’entità energivora che mal si presta con le politiche di protezione dell’ambiente che, fortunatamente, si stanno diffondendo. A questo si aggiungano costi sempre più elevati e transazioni sempre più lente.
Altcoin: non è la stessa cosa
Altre soluzioni sono state trovate con l’uso di monete alternative (le altcoin) che in alcuni casi sono riuscite ad aggirare questi problemi. Ma queste altre soluzioni devono però scontrarsi con la mancanza di autorevolezza che, invece, può vantare il BTC. Da qui il sospetto: il futuro del Bitcoin vedrà un valore pari a 0. Una prima, seppur lontana conferma, si potrebbe intravedere nei 480 miliardi di dollari di capitalizzazione bruciati nel 2018.
I dati di Coinmarketcap
I numeri (fonte Coinmarketcap) lasciano pochi dubbi. Il 2017 ha visto negli ultimi mesi una criptomoneta ai massimi con quotazioni oltre i 20mila dollari. Adesso orbita intorno ai 3.500 dollari per esemplare. Grande tecnologia, quindi, che già viene adottata in tantissimi altri ambiti al di fuori dello scambio valutario. Ma per il la valuta che lo l’ha fatta conoscere al mondo, secondo Schumacher grande investitore in società focalizzate sulla blockchain, è solo questione di tempo.
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