Il rimbalzo di mezza estate della bilancia commerciale tedesca si è rivelato un fuoco di paglia.
Inevitabile che col dato pubblicato oggi riprendessero ad evidenziarsi gli stenti dell’economia germanica.
Una Germania che dall’alto della sua auto-acquisita autority europea a suon di austerity ha indebolito i partner fino a rimetterci essa stessa.
La parte mancante infatti dell’export è principalmente proprio quella verso l’UE.
D’altronde impoverendo le popolazioni amiche queste non possono più permettersi su larga scala i costosissimi prodotti tedeschi.
Tabella dati macroeconomici tedeschi e bilancia commerciale tedesca
Esportazioni tedesche (Mensile) (Ago) | -1,8% | -1,0% | 0,8% | ||||
Indice dei direttori acquisti del settore importazioni tedesche (Mensile) (Ago) | 0,5% | -0,2% | -2,4% | ||||
Saldo della bilancia commerciale tedesca (Ago) | 18,1B | 19,4B | 20,5B |
Il 18,1B di dato positivo della bilancia commerciale rimane comunque in termini assoluti fattore di successo per la Germania che deve però imparare a convivere con gli esiti dei propri errori.
“Sport” nel quale i teutoni penso siano ormai tristemente e storicamente esperti.
Fa specie il -1.8% delle esportazioni tedesche atteso a -1.0% e dal precedente +0.8%.
Un trend chiaro e alquanto preoccupante che interrompe la miniripresa che si era concretizzata dopo il forte e significativo -3.7% di giugno riferito ad aprile.
Germania: la beffa della crescita dell’import
Di contro ottimismo sovrano da parte dei direttori degli acquisti delle importazioni che superano il consensus con un +0.5% versus -0.2% e -2.4% .
Dato che non farà certo felici Angela Merkel e il suo governo che puntano sui consumi domestici di prodotti autoctoni per uscire dalla crisi.
Peraltro è cinicamente da rilevare come ogni cattiva notizia che accompagna l’economia tedesca è automaticamente foriera dell’aspettativa di una Commissione UE e una BCE meglio disposte, in generale, verso tutti i gli Stati membri.
Una sorta di mal comune mezzo gaudio ben poco confortante ma che nei prossimi mesi potrebbe essere la chiave per avvicinare la politica europea a quella americana.
Il tutto prendendo spunto da quelle mosse vincenti sul piano fiscale e di investimenti pubblici che tanto propellente positivo hanno fornito al ciclo economico statunitense.