Big tech cinesi nella bufera, ma Soros mette in guardia sullo strapotere di Pechino

cina xi jinpin

Il governo cinese stoppa lo strapotere dei colossi big tech e corre ai ripari contro il dilagare della dipendenza dai videogiochi tra milioni di giovani e anche contro l’azzardo. Le big tech cinesi, dunque, sono entrate nel mirino di Xi Jinping, ma non solo. Anche sotto l’occhio critico del super investitore George Soros. Che ha lanciato una terribile stoccata dalle colonne del Financial Times, con un articolo a sua firma. “Chi ha investito in Cina vivrà un “risveglio pesante” – scrive Soros. “Perché lo stile di governo dell’economia di Xi Jinping, con la stretta sulle big tech, non tiene conto delle esigenze del mercato”. Vediamo cosa è successo con la Redazione news di ProiezionidiBorsa.

Big tech cinesi nella bufera, ma Soros mette in guardia sullo strapotere di Pechino

. Ping è in rotta di collisione con la realtà economica”, scrive il finanziere ungaro-statunitense. Poi punta il dito su vari punti deboli dell’economia cinese. Per esempio, il gigante del settore immobiliare Evergrande, che oggi è anche la società più indebitata al mondo. Questo settore è il potenziale epicentro di un “crollo”, di un risiko o di una pandemia finanziaria che potrebbe estendersi anche fuori dei confini cinesi.

I cinesi del futuro sono un’incognita

Big tech cinesi nella bufera, ma Soros mette in guardia sullo strapotere di Pechino. Il governo ha di recente vietato il tutoring privato, un servizio dalle famiglie ‘affluent’ per garantire una formazione d’eccellenza ai figli. Come potranno affrontare le sfide del futuro? Ma veniamo alla stretta sulle big tech. Ad aprile scorso il governo di Pechino ha preteso un posto nel board di ByteDance, la capofila di Tik Tok. Perché questa società già oggi detiene un database di informazioni personali tra i più grandi al mondo, sui consumatori del futuro. Ora il governo cinese sta prendendo il controllo di quote influenti di Alibaba e delle sue controllate. E poi cosa accadrà?

La Cina tiene le redini della finanza mondiale

Il leader cinese, secondo Soros non comprende come opera il mercato. “Xi – continua – vede tutte le compagnie cinesi come strumenti del partito unico”. Dunque, gli investitori che hanno acquistato in questo rialzo potrebbero avere un risveglio molto duro. E questo includerebbe non solo quegli investitori che investono direttamente. Ma anche quelli che lo fanno inconsapevolmente attraverso fondi pensione e altri strumenti di risparmio. Diamo un’occhiata un po’ più attenta, insomma, al paniere di investimenti delle nostre gestioni.

La mancanza di un Nasdaq europeo

La mancanza di un indice tecnologico europeo crea questo problema. Ecco un approfondimento sul tema, cosa ci sarebbe dentro un indice Nasdaq europeo Soros sostiene che centinaia di miliardi di dollari appartenenti a investitori Usa sono stati spinti in compagnie cinesi. Incluse quelle la cui corporate governance non rispetta gli standard richiesti, insinua.

Soros ha scoperto l’acqua calda

Xi Jinping detiene un potere enorme, insomma, che non risponde ad alcuna autorità internazionale. Verrebbe da dire che Soros ha scoperto l’acqua calda. Prima di lui lo strapotere cinese lo avevano già capito i sottoscrittori degli accordi commerciali “La via della Seta”. Vale a dire Merkel, Macron e persino i nostri: Di Maio e Centinaio. Che nel 2019 hanno fatto il lavoro vero per proteggere qualcuna delle nostre aziende dai “Cinque cicloni”. Dando ascolto più agli accorati appelli alla prudenza del prof. Giuliano Noci (Politecnico di Milano) che ai sorrisi di Conte davanti alle fanfare.