Mentre in varie nazioni europee (Italia compresa) si sono registrati segnali di ripresa inflazionistica., oggi ci ha pensato la Germania a dare una mano alla BCE.
Seppur con modalità e metodi molto più contingentati rispetto alla FED, la BCE ha infatti in programma di attivare manovre di espansione monetaria per sostenere l’economia dei paesi dell’Unione Europea.
Sappiamo tutti come con l’incalzare dell’inflazione le banche centrali debbano, da manuale, privilegiare manovre restrittive e non espansive.
Come uscirne?
Ebbene proprio la Germania registra un significativo calo sul fronte dei prezzi all’ingrosso e pertanto dell’inflazione in arrivo.
Dati di sollievo per Mr. Draghi e il suo board.
Vediamoli.
Tabella principali dati macroeconomici europei
Indice dei prezzi all’ingrosso in Germania (Annuale) (Giu) | 0,3% | 1,3% | 1,6% | ||||
Indice dei prezzi all’ingrosso in Germania (Mensile) (Giu) | -0,5% | 0,2% | 0,3% | ||||
IPP in Spagna (Annuale) (Giu) | 0,4% | 0,4% | 0,8% | ||||
IPC della Spagna (Mensile) (Giu) | -0,1% | -0,1% | 0,2% |
Mentre in Spagna sono state rispettate attese, comunque molto basse, vediamo come dalla Germania giungano numeri ampiamente sotto le attese.
I prezzi all’ingrosso sono il primo step verso l’inflazione destinata poi a colpire le tasche del consumatore finale.
Un dato annuale a +0,3% versus +1.3% atteso e addirittura +1.6% precedente dà un’indicazione di fortedebolezza.
Tanto più che confermato dal dato mensile posizionatosi a -0.5% da +0.2% atteso e +0.3% precedente.
Insomma una vera ecatombe…
Stiamo parlando dei prezzi all’ingrosso, è giusto chiedersi se su questa specifica voce possa incidere qualche altra variabile più o meno nascosta.
L’ingrosso fuori moda: la BCE sarà attenta?
Ed in effetti facendo mente locale a quanto scrivemmo giorni fa su Nike un dubbio viene.
La multinazionale dell’abbigliamento sportivo infatti ha recentemente giustificato qualche numero in calo con il fatto che si sta implementando la vendita diretta saltando il passaggio dei grossisti.
Potrebbe essere il segnale che a livello globale, dunque Germania compresa, vi sia una disaffezione verso l’utilizzo dei grossisti per la distribuzione.
Quindi, giocoforza, questi per rendersi attraenti debbano per forza calmierare i propri prezzi verso i commercianti.
Certamente la BCE saprà dare a questi dati la giusta lettura, per noi sarà molto interessante vedere se anche i prezzi al consumo tedeschi saranno in calo.
Se così fosse, l’ipotesi fatta sui grossisti meno attraenti passerebbe in secondo piano, viceversa sarebbe la spiegazione più plausibile.