BCE: nessuna sorpresa sui tassi

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Prezzi fermi, relax per la BCE.

Il brillante dato sulla produzione industriale di ieri si era aggiunto a dati sui prezzi alla produzione in aumento in Germania.
Si poteva ipotizzare che nel caso anche i prezzi al consumo oggi fossero usciti al rialzo, la BCE ne avrebbe dovuto prendere atto.

Una presa d’atto che per la BCE avrebbe significato probabilmente, sia pure in misura molto marginale, mettersi sulle tracce della FED, e ritoccare i tassi al rialzo.

Il tutto per contenere fin dagli albori le pressioni inflazionistiche, primaria mission della BCE e ossessione dei funzionari tedeschi che sappiamo bene il ruolo dominante ricoprono in ambito UE.

Niente inflazione, niente sorprese sui tassi

I prezzi al consumo in Germania invece, per fortuna dell’UE, si sono fermati sui target.

Vediamoli in tabella:

    IPC in Germania (Mensile) (Nov) 0,1% 0,10% 0,1%
    IPC in Germania (Annuale) (Nov) 2,3% 2,30% 2,3%
    IAPC tedesco (Annuale) (Nov) 2,2% 2,20% 2,2%
    IAPC tedesco (Mensile) (Nov) 0,1% 0,10% 0,1%

Tutto perfettamente come nelle attese. Nessun surriscaldamento dei prezzi.

Draghi, ammesso conoscesse in anticipo il dato, ha potuto dormire sonni tranquilli e preparare l’ennesima riunione della BCE che porterà a un nulla di fatto sul fronte dei tassi.

Semmai, quello che potrà fare la differenza sui mercati saranno le dichiarazioni che accompagneranno la decisione che il Presidente della BCE rilascerà nella consueta conferenza pomeridiana.

Il peso della parole di Draghi

Che il QE europeo sia ormai agli sgoccioli lo sappiamo da tempo.

Quello che ancora risulta indefinito  è lo sviluppo successivo al termine del QE della dinamica dei tassi europei.

In questo senso le parole odierne di Draghi tanto più saranno chiarificatrici tanto più potranno incidere pesantemente sull’umore dei mercati sia azionari che obbligazionari.

Una BCE che anche solo accenni a una stretta sui tassi, seppur minima, potrebbe avere un effetto di esplosione negativa.
Viceversa un atteggiamento ancora riflessivo e neutro sul tema potrebbe rafforzare la voglia di rimbalzo emersa nelle ultime sedute.

Chiaramente espressioni contraddittorie che lascino aperte entrambe le porte avrebbero più effetti negativi che non, aprendo la strada a una forte volatilità sui mercati in entrambe le direzioni ma con prevalenza ribassista sulle azioni.

La mission della BCE

Sappiamo bene che un po’ per mandato un po’ per mancanza di fantasia lo strumento principale con cui sono state fronteggiate le ultime crisi del ciclo finanziario e/o economico è stato quello di agire al ribasso sui tassi di interesse.

Ebbene ritardando ancora il rientro dei tassi sui depositi al segno più la BCE si troverebbe affiancata , tra le grandi banche centrali, alla BOJ giapponese, unica a d avere da anni i tassi a zero.

Viceversa i normali riferimenti della FED e della BOE inglese hanno già messo “fieno” in cascina con rialzi dei tassi limitati ma ripetuti.

Ed altro fieno paiono intenzionate ad aggiungere a breve.

Ma la miscellanea di paesi UE che la ripresa economica l’hanno solo intravista potrebbero oggi come oggi reggere un apolitica monetaria che dal QE passi direttamente al rialzo dei tassi?