Moltissimi genitori lavorano e risparmiamo una vita intera per lasciare un’eredità ai figli. A volte si tratta di immobili, altre volte di soldi, più spesso sia dell’una che dell’altra forma di ricchezza.
Tuttavia, pochi genitori attuano una particolare strategia che offre almeno due enormi vantaggi. Permette di ottenere lo stesso risultato impiegando meno risorse iniziali. Oppure di ottenere vantaggi decisamente superiori a parità di sacrifici.
Prendendo in considerazione la prima ipotesi, bastano 1.000 euro iniziali e questa strategia per lasciare 100.000 euro in eredità ai figli.
L’interesse semplice e l’interesse composto
Alcune formule matematiche danno soddisfazioni economiche davvero interessanti. L’interesse, ad esempio, può essere applicato a un capitale in due modi diversi, con risultati notevolmente differenti.
L’interesse semplice è quello che si ha alla fine di un periodo ed è noto in partenza. Ad esempio, 10.000 euro investiti su un BTP a 30 anni, al tasso dell’1,90%, danno 190 euro lordi annui. Moltiplicati per i 30 anni dell’investimento, si ottiene un montante finale lordo (capitale più interessi) pari a 15.700 euro. Ad oggi, è questo BTP di cui al link, il più generoso tra quelli scambiati sul MOT.
L’interesse composto, invece, al termine dell’anno non distribuisce l’interesse, ma lo reinveste. Cioè lo aggiunge al capitale di partenza e lo mette a fruttare. Ipotizziamo sempre 10mila euro investiti su uno strumento che rende l’1,90% medio annuo. Il montante lordo finale dopo 30 anni sarebbe pari 17.588 euro.
Come lasciare in eredità 50.000 euro partendo da molto meno
Vediamo come lasciare in eredità ai figli una cifra consistente, partendo da piccole cifre.
Immaginiamo di partire da un capitale di soli 1.000, e di effettuare ogni anno, per i successivi 40, un versamento aggiuntivo di 1.000 euro. In pratica la somma dei versamenti, in 40 anni, sarebbe pari a 40mila euro. Potrebbe essere il caso di un genitore di 30-35 anni, che imbocca questo sentiero invece di impostare tutto su lavoro e rinunce.
I rendimenti annui maturati non sarebbero mai incassati, ma reinvestiti per dare loro modo di produrre nuovi interessi.
Con un tasso del 2% medio annuo lordo, in 40 anni il montante finale sarebbe pari a circa 61mila euro. Se invece il tasso fosse del 6%, l’incasso finale salirebbe a 164mila euro circa.
Supponendo un tasso “medio” al 4,1%, si ottiene appunto poco più di 101mila euro.
Bastano 1.000 euro iniziali e questa strategia per lasciare 100.000 euro in eredità ai figli
Simili strategie prevedono il ricorso ai mercati finanziari. Il reddito fisso oggi a fatica raggiunge rendimenti pari al 2%. Inoltre ha l’handicap che non capitalizza gli interessi, ma li distribuisce periodicamente.
Gli indici azionari globali (ossia diversificati per il PIL mondiale: 50% USA, 30% Europa e 20% Asia), invece, farebbero al nostro caso. Secondo autorevoli studi, il loro rendimento medio annuo negli ultimi 6-8 decenni oscilla sul 7% circa. Quindi un rendimento medio del 4,1% su 4 decenni potrebbe essere un rendimento fattibile.
Ad esempio chi si è affidato a questo ETF nel corso degli ultimi 12 anni ha visto il suo capitale costantemente crescere. Questo malgrado nel marzo 2020 ci sia stata una crisi dei mercati finanziari senza precedenti.
Morale: tempo, diversificazione dell’investimento e interesse composto sono 3 ingredienti che premiano tanto. Al piccolo risparmiatore non resta che prenderne atto e sfruttarli a proprio vantaggio.
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