Bancari italiani? Più efficienti dei tedeschi

Bancari italiani

Le colonne di Piazza Affari sono notoriamente due: i bancari e gli energetici. E adesso è venuta l’ora di puntare sui bancari. Ecco perché

Croce e delizia dell’economia italiana, le banche tricolori hanno attraversato diversi momenti difficili.

Banche tra Btp e Npl

Complice lo stretto e spesso tossico legame con i titoli di stato, gli istituti di credito sono stati oggetto, ultimamente, di molte opere di risanamento dei conti. Anche a causa di un’altra zavorra: i non performing loans, ovvero quei crediti contratti e non restituiti. Alla base di questo c’è stata la grave crisi economica degli ultimi 10 anni, crisi che non ha permesso a molti dei debitori di poter far fronte alle spese. Da qui le difficoltà che si sono trasmesse nel canale del credito. Difficoltà che, però, non sembrano essere così gravi se confrontate con il panorama spesso sopravvalutato delle banche tedesche.

Bancari italiani? La sorpresa tedesca

Stando a quanto rivelato dal sito Truenumbers, sono proprio le teutoniche a dare la peggior prova di efficienza. E anche su parametri differenti. Il primo è il rapporto cost/income (rapporto tra costi di gestione e margine di intermediazione) con punte che superano il 91,5% per grandi nomi di richiamo come Deutsche Bank. Cosa significa questo dato? Che Deutsche Bank deve sostenere costi che corrispondono al 91,6% dei guadagni. Troppi. A questo si aggiungano anche le pressioni dettate dalla necessità di innovazione tecnologica e le sfide derivanti dalla rivoluzione fintech.

Bancari italiani? La sorpresa italiana

Arriva dall’Italia con quella percentuale che, nel caso di Unicredit e Intesa va dal 67,9% per la prima al 69,4% della seconda. Le cose non vanno meglio nemmeno per Commerzbank con un cost/income del 77,4%. Tra l’altro le due banche, Deutsche Bank e Commerzbank sono state al centro di un tentativo, fallito, di fusione. Ma quella delle banche tedesche è una storia lunga che solo ultimamente sta salendo agli onori della cronaca. Forse non tutti sanno che in realtà il vero punto forte del sistema di credito tedesco non sono le grandi banche.

Landesbanken e Sparkassen

In realtà lo zoccolo duro è rappresentato dalle casse di risparmio, le Sparkassen, e dalle Landesbanken, in mano agli Stati-Regione. In questo caso il cost-to-income arriva anche a 93 centesimi. Non solo, ma le Sparkassen e le Landesbanken vantano 1.200 miliardi di depositi su un totale i 3.800 dell’intero sistema. Il tutto senza contare le banche di credito cooperativo che arrivano a 700 miliardi. Le grandi, invece, non vanno oltre i 780 miliardi. In altri termini le casse di risparmio arrivano a mettere le mani sul 75% dei depositi della clientela retail. Una forza decuplicata dai tanti legami con la politica locale. Non per niente le banche minori, una miriade, per volontà del governo centrale, sono riuscite ad essere escluse dal controllo della Bce.

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