Fa veramente sorridere il taglio del costo del denaro applicato stamani all’alba dalla banca centrale cinese.
A Pechino non hanno resistito alla tentazione di imitare la FED e hanno tagliato “addirittura” dello 0,05%.
Un’entità del taglio talmente sottile da risultare ininfluente tanto più in una economia dai numeri potenti come quella cinese.
Evidente dunque è stato il fatto di volere in qualche modo imitare i colleghi americani a tutti i costi.
In Cina il rischio inflazionistico è ancora più rilevante di quanto lo sia negli USA dove è aumentato considerevolmente specie dopo questi inusuali tagli dei tassi da parte della FED.
Eppure ecco arrivare sul tavolo questo -0.05% cinese!
E vabbè è simbolico… chissà forse hanno voluto fare intendere a Trump che, nonostante le diverse condizioni, anche loro fanno il possibile affinché lo Yuan non perda troppo quota verso il dollaro americano.
Cosa che porterebbe nuova tensione tra le due grandi nazioni.
Primo taglio dal 2015
L’evento comunque riveste una certa importanza più che per la risibile entità per la sua portata quasi storica.
Era infatti datato novembre 2015 l’ultimo taglio dei tassi da parte della banca centrale cinese.
Allora si passò, con una sforbiciata decisamente più significativa, dal 4,6% al 4,25%.
E’ evidente dunque il simbolismo della manovra odierna.
Come reagirà il Tycoon?
Ammesso che non sia un programmato gioco delle parti, Donald Trump ha aspramente attaccato Jerome Powell sia per la ristrettezza del taglio (a suo dire) che per le parole lanciate nell’etere in conferenza.
Il rischio è ora che invece di apprezzare lo sforzo cinese di imitare la FED per evitare troppo sbalzo tra Yuan e dollaro, interpreti questo taglio risibile come una presa per i fondelli…
Nel qual caso prepariamoci a nuovi attacchi verbali e purtroppo a una nuova probabile recrudescenza della guerra sui dazi.
Guerra sui dazi che fino ad oggi parrebbe incamminata sulla strada di una graduale ricomposizione.
Riuscirà Trump a contare fino a 10 e passare oltre?