Una rendita assicurata a vita è una specie di terno al lotto. Con la sola differenza che è molto più facile trovare azioni che pagano una rendita a vita piuttosto che vincere un terno al lotto. Ecco quali sono le azioni che pagano una rendita a vita.
Azioni che pagano una rendita a vita
Avere una rendita a vita è piuttosto facile se si guarda a come poter investire il proprio denaro in modo non solo da sfruttare una rendita da dividendi ma anche potenziarla. Come è possibile? Ovviamente la prima cosa da fare è ottimizzare la capitalizzazione attraverso il reinvestimento dei dividendi stessi e la partecipazione a lungo termine. Il tutto può essere ancora migliorato scegliendo cedole in crescita nel tempo.
Azioni che pagano una rendita a vita: dividendi italiani
Il primo passo? Scegliere i settori. Spesso in molti casi, si guarda a qualcosa di relativamente tranquillo e sicuro come le utility. Infatti, a prescindere dall’andamento economico, è necessaria la fornitura di gas, elettricità e sistemi idrici. Quindi il primo nome che viene alla mente, e che può anche dare dei dividendi, è Enel. Non più tardi di fine marzo, i vertici di Enel, con l’approvazione dei conti 2018, hanno registrato una crescita del fatturato e della redditività confermando anche i target per il 2019. ll rendimento atteso per il dividendo del 2019 si attesta al 5%. Ma tra le utility italiane c’è anche Terna che, tra l’altro, staccherà il dividend proprio a giugno, per la precisione il 24 di questo mese. Ma il 24 giugno arrivano i pagamenti anche di un’altra utility, Hera con un 3,16% di dividend yield.
Azioni che pagano una rendita a vita: dividendi stranieri
Volendo puntare sul mercato internazionale, invece, ExxonMobil con il suo 4,7% può essere un’alternativa interessante. Anche perché le azioni attualmente passano di mano a 17 volte gli utili contro una media dell’S&P 500 di 20 volte gli utili. A questo si aggiunga il fatto che sebbene il petrolio sia in un momento difficile con la rincorsa delle energie alternative, l’azienda può approfittare dei suoi rami alternativi, primo fra tutti quello chimico. Un settore, quest’ultimo, forse meno remunerativo rispetto al petrolio, ma senza dubbio anche meno rischioso e che, in teoria, richiede anche meno investimenti. Ad ogni modo ExxonMobil (XOM) con i suoi 307 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato, ha comunque un discreto margine di azione.
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