Un titolo che è tutto un programma, un rating che ha un forte peso per l’azienda di Cupertino. Le azioni Apple per Goldman Sachs sono da vendere.
Una occasione per guadagnare sui mercati
Anni fa in pochi avrebbero scommesso sul successo mondiale di Apple (NASDAQ:AAPL). Anzi, nessuno avrebbe nemmeno pensato che la ditta di Cupertino potesse letteralmente creare dal nulla un nuovo modo di intendere il PC. Contemporaneamente Apple creava una nuova occasione per guadagnare sui mercati con la nascita di quella che, a tutti gli effetti, era ritenuta una potenza della finanza. La rivoluzione Microsoft aveva permesso di rendere il computer estremamente intuitivo e ampiamente fruibile. Tanto che si riuscì a portare “un computer in ogni casa” come Bill Gates aveva predetto.
Il successo di Apple
Apple, successivamente, è riuscita a creare un concetto di computer inteso come status symbol. Non solo, ma sempre Apple fu l’azienda che creò l’inimmaginabile: l’iPhone e l’iPad. Il successo di Apple riuscì a regalare nuovi modi di intendere Internet che permisero alla creatura di Steve Jobs di arrivare a record finanziari fino a poco prima impensabili. Poi i primi scricchiolii. Come sempre accade ai giganti. La ripresa, con il rinnovato successo degli ultimi modelli di iPhone.
Azioni Apple: per Goldman Sachs sono da vendere
Ora il giudizio di Goldman Sachs. La banca d’affari americana, dopo la tempesta da Covid-19 sui mercati ha preso una decisione. Le azioni Apple per Goldman Sachs sono da vendere. Non più tardi di venerdì scorso non solo ha tagliato il rating sul titolo dell’iPhone, sceso da Neutral a Sell. Parallelamente Goldman Sachs ha deciso di tagliare anche il suo obiettivo di prezzo a $ 233 da $ 250. Una decisione motivata dal fatto che le proiezioni hanno evidenziato prima di tutto una domanda in calo per il 2020.
Le previsioni degli analisti
Numeri alla mano si parla di un -24% nella prima metà di quest’anno, seguita da una ripresa solo parziale per il 2021. Non solo ma, le previsioni degli analisti di Goldman Sachs. Si presume anche una debolezza persistente del prezzo medio di vendita a causa delle esigenze di risparmio dei consumatori. Infine è ipotizzabile, secondo le previsioni degli esperti, anche una stagnazione delle entrate derivanti dalla voce dei servizi. Ovvero quella che nelle ultime trimestrali aveva regalato i margini di crescita maggiori.