Attenzione perché queste persone potrebbero essere più a rischio di cadere in depressione

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Tutti quanti noi conosciamo almeno una persona con l’abitudine di lavorare fino a tardi la notte ritrovandosi poi ad alzarsi tardi al mattino. Spesso si scherza sopra queste cattive abitudini, ma sarebbe invece meglio trattarle con un occhio di riguardo. Infatti, è meglio fare attenzione perché queste persone potrebbero essere più a rischio di cadere in depressione. Scopriamo subito per quale motivo.

Cronotipi e salute

Esistono numerosi studi che hanno dimostrato come i nostri ritmi di veglia sonno possano influenzare il nostro stato di salute. Tra queste ricerche ne sono recentemente emerse due che sottolineano come determinate abitudini di sonno possano predisporre alcune persone a cadere più frequentemente in depressione. Alla base di queste ricerche sta il concetto di cronotipo. Con questo termine si indica la predisposizione genetica di una persona a seguire determinati ritmi di veglia-sonno.

Secondo quanto riportato dalla Fondazione Veronesi esisterebbero due tipologie estreme di cronotopi. Da una parte vi sarebbero infatti le “allodole”, persone che tendono a svegliarsi presto la mattina. Dall’altra i cosiddetti “gufi”, persone che preferiscono rimane a letto fino a mattina inoltrata e tirare tardi la notte. Secondo gli studi di cui parlavamo prima sarebbero proprio questi ultimi ad avere una maggiore predisposizione a cadere in stati depressivi.

Attenzione perché queste persone potrebbero essere più a rischio di cadere in depressione

Secondo studi riportati dalla Fondazione Veronesi le “allodole” tenderebbero a cadere in depressione il 27% in meno della propria controparte.  Le ragioni per questo fattore sono molte. La prima di queste è legata al cosiddetto “jetlag” sociale. Quest’ultimo sarebbe la differenza esistente tra i propri orari di veglia sonno e quelli imposti dalla società. Le persone più “geneticamente” in sintonia con gli orari richiesti da quest’ultima correrebbero rischi minori di cadere in depressione.

Un’altra spiegazione riportata dalla fondazione è legata all’esposizione solare. Quest’ultima sarebbe infatti capace di influenzare l’umore, impattando così sulla possibilità di cadere in depressione.  La soluzione a questa problematica riportata dalla Fondazione Veronesi sarebbe quella di cercare di svegliarsi presto al mattino.

Compito non facile, soprattutto se si pensa che si deve combattere contro il proprio istinto naturale e le direttive date dal nostro ippocampo. E che potrebbe persino non portare risultati sicuri, dato che non è ancora certo se andare a dormire presto porti dei benefici solamente ai “mattinieri”.

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