Attenzione perché questa pianta medicinale potrebbe provocare effetti collaterali all’apparato digerente

arbusto

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in natura esistono diverse piante che potrebbero essere utilizzate per fini terapeutici.
Stiamo parlando delle cosiddette piante medicinali, ossia organismi vegetali che al loro interno conterrebbero sostanze in grado di apportare benefici per la salute.
Conosciute fin dai tempi più antichi, queste piante sono ancora oggi oggetto di studio. Infatti, la scienza si avvale delle loro proprietà per sintetizzare farmaci o per produrre integratori ed altri prodotti, necessari per diverse terapie.

Tra queste rientra, ad esempio, il trifoglio rosso, che grazie ai suoi principi attivi sarebbe in grado di lenire vari dolori ed abbassare il colesterolo.
Nelle prossime righe, invece, parleremo della ratania, un arbuto cespuglioso appartenente al genere Krameria che cresce ai piedi delle Ande. Sconosciuta in Europa fino al XVIII secolo, si tratta di una pianta poco appariscente e poco bella esteticamente. A renderla preziosa sono invece le sue proprietà che elencheremo tra poco.

Benefici della ratania

Come riporta l’Humanitas Research Hospital, la ratania viene utilizzata a scopo medicinale per via dell’alto contenuto di tannini presenti nelle radici.
Queste molecole, dalle proprietà astringenti, consentirebbero a questa pianta di contrastare diverse infiammazioni. Ad esempio, potrebbero alleviare il dolore al petto scatenato dall’angina; oppure potrebbero servire per placare vari disturbi del cavo orale. Infatti, di solito vi si effettuano gargarismi in caso di gengive gonfie, afte, ferite sulla lingua e così via. Inoltre, porterebbe benefici anche in caso di prurito o nel trattamento di ulcere agli arti inferiori.

Attenzione perché questa pianta medicinale potrebbe provocare effetti collaterali all’apparato digerente

Nonostante i benefici appena riportati, non ci sono ancora prove sufficienti sull’efficacia degli integratori a base di ratania. Infatti l’Efsa, ossia l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, non ha ancora approvato dei claim per la loro certificazione.
Ciò che si sa è che l’assunzione di questa pianta potrebbe interferire con alcuni farmaci, riducendone l’efficacia. Questo per via dell’elevata presenza di tannini che potrebbero interagire con alcune sostanze presenti nello stomaco e nell’intestino.
L’assunzione di ratania, inoltre, se protratta per oltre 2 settimane, potrebbe causare problemi all’apparato digerente.
Infine, bisognerebbe prestare particolare attenzione perché questa pianta medicinale potrebbe non essere sicura in caso di gravidanza o allattamento. In ogni caso, è sempre opportuno richiedere il parere del proprio medico di fiducia.

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