Attenzione perché dopo i 45 anni questi livelli di glicemia danneggiano cuore e pressione

iperglicemia

Non tutti conoscono i rischi del prediabete e tendono a sottovalutare il forte impatto che l’iperglicemia ha sulla salute del sistema cardiovascolare. I picchi pressori e il battito irregolare con episodi frequenti di tachicardia sono già un chiaro sintomo di valori fuori norma. Sarebbe un grave errore aspettare l’insorgenza di disturbi cronici quando si può giocare in anticipo per evitare attacchi di cuore e ictus. Già la pratica quotidiana di attività motoria, fosse anche una semplice passeggiata, ridurrebbe di molto la concentrazione di glucosio nel sangue. Non tutti sanno che “È straordinario in quanto tempo si abbassa la glicemia e a che ora bisogna camminare se si soffre di diabete”.

Oltre all’esercizio fisico molto contano anche delle buone abitudini alimentari con cui si evitano malattie invalidanti e soprattutto danni ai reni e alla vista.

Ogni giorno si consumano cibi e in particolar modo carboidrati che puntualmente scatenano dei veri e propri terremoti glicemici. Ma bisogna fare attenzione perché dopo i 45 anni questi livelli di glicemia danneggiano cuore e pressione. Del resto basterebbe già sostituire la pasta di grano duro con quella integrale o con i cereali per registrare livelli molto più bassi di glicemia. Altrettanta cura si dovrebbe riservare alla farina presente nell’impasto del pane che spesso mangiamo ad ogni pasto principale. “Ecco i 3 tipi di pane con meno calorie e carboidrati e il più basso indice glicemico per chi soffre di colesterolo cattivo e diabete”.

Attenzione perché dopo i 45 anni questi livelli di glicemia danneggiano cuore e pressione

Non è raro riscontrare già a partire dai 35 anni di età un’alterata glicemia a digiuno (IFG) che per lo più dipende da pessime abitudini alimentari. Un eccesso di cibi e bevande ricchi di zuccheri rappresentano difatti un attentato per pancreas e fegato che non riescono a compensare la carenza di insulina. Ciò spiega perché dopo i 45 anni sarebbe opportuno effettuare controlli relativi alla quantità di glucosio nel sangue almeno una volta all’anno. Se i valori della glicemia si attestano attorno ai 140mg/dl subito dopo un pasto principale allora si è in presenza di iperglicemia postprandiale.

Ma si tratta di una condizione normale se poi i quantitativi di glucosio scendono nuovamente appena 2 o 3 ore dopo il pranzo. Tuttavia se l’aumento della glicemia supera i valori di 160 o 180 mg/dl conviene rivolgersi ad uno specialista per evitare di sviluppare una forma di diabete. Si tenga conto che in un soggetto sano i livelli di glicemia dovrebbe mantenersi entro i 120mg/dl al massimo. Oltre tale soglia più facilmente si riscontrano disturbi cardiaci e patologie specifiche del sistema vascolare e un sensibile aumento della pressione arteriosa. Pertanto dopo i 45 anni i livelli della glicemia non dovrebbero superare i 100 mg/dl in modo da effettuare le misurazioni anche ogni 3 anni.

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