Attenzione alle turbolenze

ProiezionidiBorsa

C’era un vecchio adagio di una pubblicità della SNAM negli anni ’80 del secolo scorso che recitava “il metano ti dà una mano”. In questo inizio 2016 particolarmente turbolento sarebbe il caso di riadattarlo in “il petrolio ti dà una mano”. Con il rimbalzo delle quotazioni del greggio della settimana scorsa riprendono quota non solo i listini azionari di mezzo mondo, ma anche la fiducia dei mercati. La quotazione del Brent, il contratto scambiato a Londra sul LME, torna a quota 31.85 $/barile in apertura dei mercati di oggi, superando il WTI fermo in area 31.10 $/barile. Tuttavia, le quotazioni di apertura delle piazze europee, vedono una netta discesa dai minimi toccati durante la sessione asiatica, ma le prospettive parlano di rimbalzo delle quotazioni verso 50 $/barile per l’anno in corso e uno storno verso quota 70 $/barile per il 2017.

A dirlo è Pierre Andurand, fondatore di Andurand Capital Management che, intervistato da Bloomberg attende un rialzo sensibile delle quotazioni nei prossimi anni, anche se non nasconde la possibilità di turbolenze, anche piuttosto marcate, lungo la strada.

E a giudicare dall’andamento delle borse europee che accusano la discesa ripida di queste prime ore di contrattazioni, è il petrolio, più che l’influenza rassicurante della BCE della scorsa settimana, a guidare gli operatori.

ISCRIVITI AL WEBINAR GRATUITO DEL 29/01 QUALE FUTURO PER I MERCATI? DI GERARDO MARCIANO, DANIELE PONZINIBBI ED EMANUELE RIGO

La settimana finale di Gennaio sarà anche contraddistinta da una certa apprensione per la riunione di politica monetaria della FED che mercoledì andrà a fornire ulteriori elementi circa le prossime mosse dell’istituto di Constitution Avenue soprattutto in ottica di progressività sul percorso di rinormalizzazione della politica monetaria durante questo 2016 anche e soprattutto con la previsione di un rallentamento dell’economia globale.

 

Market Movers

07:00 Russia Produzione industriale a/a cons. -4.8% prec. -3.5%

07:55 Russia PIL a/a cons. -3.7% prec. 0.7%

08:05 Russia Disoccupazione cons. 5.9% prec. 5.8%

09:00 Germania Fiducia imprese cons. 108.4 prec. 108.7

10:00 Italia Vendite al dettaglio a/a cons. 1.6% prec. 1.8%

18:00 Eurozona Discorso Draghi (BCE)

 

EURUSD

La moneta unica rimbalza dai minimi in area 1.08 e torna in apertura dei mercati europei a quota 1.0830 dopo che le piazze del Vecchio Continente hanno inaugurato in rosso l’apertura della settimana entrante zavorrate da dati nuovamente deludenti per la Germania dove l’indice IFO esce peggiore delle attese su tutti i fronti. Buona invece la performance degli ordinativi italiani che balzano a +12.1%, anche se l’outlook rimane ancora incerto per le borse europee con conseguente interlocutorietà del cambio EURUSD che dovrebbe consolidare l’area 1.08 – 1.0850 in attesa dell’apertura di Wall Street.

 

GBPUSD

La sterlina inglese non riesce nel rimbalzo fermandosi, durante la chiusura della scorsa settimana, di fronte alla resistenza in area 1.4350. L’apertura dei mercati europei, dopo una sessione asiatica tutto sommato poco vivace, vede il cambio attestarsi in area 1.4250 in attesa di maggiori indicazioni in arrivo dai mercati azionari che attualmente guidano i movimenti anche sul valutario. Doppio test quindi per il supporto in area 1.4250 e attesa di una più chiara indicazione dall’apertura di Wall Street, anche se la previsione è per una giornata particolarmente laterale.

 

USDJPY

La sessione asiatica è stata caratterizzata da un sostanziale ritorno alla cautela che ha visto la divisa nipponica aprire la settimana di contrattazioni invariata nel rapporto con il biglietto verde a quota 118.80 anche per effetto della performance dei mercati azionari poco mossa con l’indice Nikkei della borsa di Tokyo che guadagna lo 0.90%. Con l’apertura dei mercati europei in rosso, invece, lo yen torna a rafforzarsi in un clima di leggera avversione al rischio dopo le forti turbolenze della scorsa settimana. Il cambio si attesta infatti a quota 118.30 e sarà guidato durante la giornata dalla tendenza dei mercati azionari, data l’assenza di dati macroeconomici particolarmente rilevanti.