Fare l’influencer è ormai diventata una vera e propria professione, soprattutto tra i più giovani. E intorno a questo mondo fatato totalmente virtuale girano enormi somme di denaro.
I guadagni per gli influencer più quotati possono essere esorbitanti, ed è normale che molti si facciano tentare dalla prospettiva di guadagnare denaro comodamente da casa e facendo quello che amano.
Ma attenzione, perché come sempre non è tutto oro quel che luccica.
Oltre agli innumerevoli brand onesti che propongono sponsorizzazioni, sono purtroppo nate anche delle truffe. Se riceviamo un’offerta di sponsorizzazione, non affrettiamoci subito a dire sì. Assicuriamoci prima che non si tratti di una truffa.
Attenzione alle finte offerte di sponsorizzazioni che ci promettono di diventare influencer, ecco come capire se è una truffa.
I truffatori possono fare richieste ben precise
Innanzitutto, chiediamoci come l’azienda che ci sta offrendo di diventare influencer ci abbia trovato.
Ad esempio, se sui nostri profili social non parliamo mai di make-up, e improvvisamente ci contatta una presunta azienda di make-up per una sponsorizzazione, facciamoci qualche domanda. Anche offerte che sembrano troppo belle per essere vere devono farci insospettire.
Ma il vero pericolo è un altro. Attenzione alle finte offerte di sponsorizzazioni che ci promettono di diventare influencer, ecco come capire se è una truffa. Alcuni truffatori ci fanno delle richieste ben precise in cambio di sponsorizzazioni, ecco quali.
Non forniamo dati personali se non siamo sicuri che si tratti di un brand onesto
Attenzione a chi ci promette subito guadagni facili, e a chi ci chiede troppi dati personali. Purtroppo, alcuni truffatori ci tentano con la prospettiva di prodotti gratis e di visibilità, ma il loro vero obiettivo è un altro. Alcuni vogliono impossessarsi dei nostri dati sensibili per poi usarli per altri progetti nefasti, ad esempio creare false identità su internet con cui poi gestire loschi traffici.
La regola per la sicurezza informatica è insomma sempre la stessa: meglio diffidare, e rimanere con i piedi per terra prima di fornire qualsiasi sorta di dato personale.
Attenzione anche al diffusissimo ransomware, ovvero la richiesta di riscatto su internet. Ecco come proteggersi.