Dopo i mesi di pandemia e la ripresa nelle attività sportive, non ancora tutte, a dire il vero, abbiamo assistito alla ripresa dello sport in tutte le sue forme. Dalle palestre alle strade, dal lungomare ai sentieri, in attesa di riprendere gli sport collettivi veri e propri, milioni di italiani si sono riversati a correre. La nostra redazione sportiva vuole però ricordare che l’attività sportiva va fatta per gradi e la nostra muscolatura, dopo mesi di stop, richiede cure e attenzioni particolari. In particolare, bisogna fare attenzione alla distorsione della caviglia, il trauma più comune per chi fa attività fisica. Secondo le statistiche infatti un infortunio su quattro colpisce quella parte così importante del nostro corpo che ci permette di spostarci e muoverci. Chi fa sport regolarmente protegge le caviglie con le cavigliere, ma troppo spesso chi invece lo fa saltuariamente, non si occupa di custodirle e ne paga poi le conseguenze.
Le varie distorsioni
Ricordiamo che esistono tre gradi di distorsione della caviglia: da un semplice stiramento fino alla rottura. Attenzione alla distorsione della caviglia, il trauma più comune per chi fa attività fisica, soprattutto in questi sport anche amatoriali:
- – Pallacanestro
- – Pallavolo
- – Corsa
- – Calcio e calcetto
- – Atletica leggera
- – Ginnastica
a determinare la gravità o meno dell’infortunio possono essere:
- – I contrasti con gli avversari
- – Le cadute dall’alto
- – L’appoggio scorretto del piede
- – Gli stop improvvisi sul terreno o sulla superficie di gioco o di allenamento
Il primo grado
Una distorsione di primo grado è di solito esemplificata nel classico stiramento. La nostra caviglia si gonfia, ma senza impedirci la mobilità e crearci problemi di stabilità. Lo stop dell’attività sportiva e il ricorso a pomate, antidolorifici e impacchi vari, ci permetterà di tornare sui campi in un paio di settimane. Il “nostro team” di esperti consiglia l’utilizzo di una cavigliera elastica anche al lavoro.
Il secondo grado
La distorsione di secondo grado è già importante perché può presentare una lesione parziale dei legamenti. In questo caso non c’è solo il gonfiore, ma anche la classica tumefazione violacea che indica il sanguinamento dei tessuti. In questo caso, oltre ovviamente alla visita ospedaliera, bisognerà osservare riposo assoluto, trattamenti medici e un programma di riabilitazione.
Il terzo grado
Speriamo di non arrivare mai a una distorsione di terzo grado, perché vuol dire che avremmo rotto i legamenti. Ecco allora il ricorso all’ingessatura, o addirittura all’operazione chirurgica. I tempi di recupero saranno ovviamente molto lunghi, saremo seguiti dagli ortopedici e, per forza di cose, una volta rimosso il gesso, dovremo girare con un tutore che tenga ben ferma la caviglia operata.
Approfondimento