La grande pecca dei mobili in legno antichi, nonostante il loro grande fascino, sono i tarli. Non è raro, infatti, che questi insetti attacchino i nostri mobili. Sono tra i pochissimi organismi in natura in grado di cibarsi del legno e i nostri mobili antichi sono un vero e proprio pasto gourmet per questi piccoli insetti.
Ma quasi nessuno sa che non sono solo i tarli gli inquilini del nostro arredamento di casa. Esistono anche degli altri piccolissimi parassiti, la cui presenza spesso è silenziosa, ma si potrebbe far sentire in modo molto spiacevole. Di cosa stiamo parlando? Continuiamo a leggere per scoprirlo.
Attenzione a questi parassiti dei mobili in legno, perché potrebbero essere rischiosi anche per l’uomo
A scuola ci hanno insegnato che il cerchio della natura ha una forma circolare. In natura tutto mangia e tutto viene mangiato. Questa povera sorte, ovviamente, tocca anche ai tarli del legno.
Chi sono le creature che si cibano dei tarli del legno? Potremmo tranquillamente scambiare per formiche per la loro piccolezza, se non fossero di un colore leggermente più marrone e chiaro e non avessero una coda a punta. Si chiamano sclerodermus domesticus e bisogna fare attenzione a questi parassiti dei mobili in legno, perché potrebbero essere rischiosi anche per l’uomo.
Questi piccoli insetti, simili a formiche, si cibano principalmente delle larve dei tarli. Non a caso, si insinuano dentro i mobili proprio dai canali scavati dai tarli, per trovare le loro larve. Quando i tarli depositano le larve dentro i buchi dei mobili, gli sclerodermus si insinuano e, una volta che le hanno trovate, è la fine.
Il parassita, con la sua piccola codina punge la larva di tarlo. Con la puntura rilascia un veleno che paralizza la preda, ma non solo. Lo sclerodermus, puntando la larva, deposita a sua volta le sue piccole larve che si ciberanno del povero tarlo. In poche parole, la mamma assicura alle sue larve non soltanto un posto in cui poter crescere, ma anche cibo di cui nutrirsi.
Vediamo perché lo sclerodermus è potenzialmente pericoloso per l’uomo
Le prede dello sclerodermus sono le larve dei tarli, non di certo l’uomo. In particolare, è la femmina di sclerodermus che depone le larve e ha un pungiglione velenoso. Gli esemplari maschi si vedono molto raramente, sono privi di pungiglione ma hanno le ali.
Cosa succede quando uno sclerodermus viene a contatto con l’essere umano? Non siamo di certo esenti dal tremendo pungiglione delle femmine di sclerodermus. Può infatti capitare di essere punti da questi parassiti e, a quel punto, sono dolori. La puntura è dolorosa e si percepisce immediatamente quando veniamo punti dall’insetto. Inoltre, provoca pomfi molto grossi e papule fortemente pruriginose che nel giro di un paio d’ore si gonfiano e diventano dure e calde.
La puntura può causare malessere con sintomi di febbre, nausea, emicranie, dolore nella parte in cui si è stati punti e persino gravi dermatiti.
Per lo sclerodermus, purtroppo, non vale la regola delle api che, una volta dopo aver punto, muoiono senza il loro pungiglione. Un solo esemplare di sclerodermus può riuscire a infliggere decine e decine di punture. Purtroppo, gli effetti durano anche a lungo e possono perdurare anche per settimane.
Il modo migliore per evitare coinquilini e punture indesiderate, dunque, è la disinfezione dei mobili. Un problema assolutamente da non sottovalutare.