Attenzione a questi coloranti alimentari, il motivo è presto detto. Chi non ricorda il gelato al gusto puffo? Una curiosa miscela che al palato sembrava simile alla vaniglia, ma alla vista risultava di un elettrico blu shocking . Quale migliore esempio per introdurre il tema su cui vogliamo porre l’attenzione? Gli alimenti che introduciamo nell’organismo sono, in misura maggiore o minore, addizionati di edulcoranti, coloranti, stabilizzatori e via di questo passo.
Una questione da non prendere sottogamba. Ciò è tanto vero che è addirittura intervenuto pure un regolamento (CE) nel 2008 a chiarire quali coloranti possono essere o meno autorizzati nell’uso alimentare. Per cui, attenzione a questi coloranti alimentari.
La funzione dei coloranti
La funzione principale che i coloranti assolvono in ambito alimentare è una. Vale a dire: restituire l’apparenza originaria agli alimenti la cui colorazione è stata alterata nel corso di processi vari. Nel dettaglio, si allude alle varie fasi di trasformazione, conservazione, imballaggio e distribuzione. Va da sé che a parità di sapore, l’aspetto degli alimenti può giocare un ruolo decisivo per il consumatore acquirente.
La normativa comunitaria
Il regolamento (CE) n. 1333/2008 stabilisce espressamente che un colorante può essere autorizzato per uso alimentare solo se rispetta due pre-condizioni. In prima battuta, deve cioè, “non porre problemi di sicurezza per la salute dei consumatori”. Ed inoltre il colorante “non deve indurre in errore i consumatori”. Per cui attenzione alla lettura delle etichette. Tutto questo alla luce del cosiddetto stato dell’arte, ovvero “sulla base dei dati scientifici disponibili”.
Attenzione a questi coloranti alimentari
Attualmente esiste qualche buona decina di coloranti alimentari autorizzati, di cui una buona parte di origine vegetale o animale. Mentre la restante parte ha origine minerale e sintetica. Il via libera al loro uso viene dato dopo il parere favorevole da parte dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare. Un iter che dovrebbe mettere al sicuro, anche se tutto viene fatto alla luce dei dati scientifici disponibili. Quindi le cose potrebbe mutare nel corso del tempo.
Coloranti E100 e E180
Occhio quindi ai codici E100 e E180. Il primo si associa al colore giallo della curcuma e in Italia può essere rinvenuto nelle mostarde, nei dadi da brodo e le minestre in genere, sia in scatola che in busta. Un colorante dalla potenziale genotossicità.
Il secondo è un pigmento rosso di origine sintetica, presente solitamente nei rivestimenti cerosi dei formaggi, ma anche in alcuni liquori. Pertanto meglio starne alla larga se si soffre di asma, insonnia, eruzioni cutanee. Sembra addirittura che l’Australia l’abbia messo al bando. Tra i cibi “truccati” ci sono: bibite, certi liquori, amari, caramelle, confetti, liquirizie, e ovviamente alcuni gelati industriali.