Nei precedenti articoli ho esaminato aspetti della crisi politica italiana e sue ripercussioni sui mercati. Oggi scriverò sull’asset allocation e da privilegiare.
Ritornerò in prossime analisi sulla crisi di governo, alla luce degli eventi che si svilupperanno da qui a martedì, quando riprenderanno le consultazioni di Mattarella.
Proprio a proposito di crisi, si è soliti pensare che possa dipendere da elementi contingenti cosa preferire in una ideale asset allocation.
Analisi del ciclo economico
Ma, a parte singole occasioni di trading di breve o medio, sul lungo termine l’asset allocation ideale deve invece basarsi sulla fase del ciclo economico, in cui ci troviamo.
In precedenti articoli, ho evidenziato come sia agevole comprendere l’asset allocation ideale tramite l’indicatore di forza relativa.
In tal modo possiamo cogliere cicli di lungo termine di un asset nel suo rapporto di forza relativa, rispetto ad altri, e comprendere quale posizione assegnare ad ognuno.
Abbiamo anche visto come sinora sia il comparto azionario statunitense a detenere la palma del vincitore, ma come l’oro possa essere interessante.
La situazione dell’azionario USA è rappresentata dal seguente grafico del Dow Jones industrial,.
Sono stati sovrapposti indicatori di forza relativa, rispetto a 3 diversi asset obbligazionari (btp future, bund future, ed etf che ricomprende diversi treasury bond), ma anche rispetto al rame (che rappresenta le materie prime), ed al Dax.
Ecco il relativo grafico:
Che il Dow Jones risulti al primo posto risulta evidente per il fatto che ogni indicatore di forza relativa è superiore alla media a 60 mesi.
Anche se tra un po’ potrebbe doversi rivedere tale asset allocation, che dura da diversi anni a favore dell’oro.
All’ultimo posto si colloca il rame, come evidenziato dal seguente grafico.
All’opposto del Dow Jones, tutti gli indicatori di forza relativa sono infatti inferiori alla media mobile a 60 mesi.
Ed anche di tale fenomeno è agevole dare una spiegazione economica.
Come evidenziato da diversi indicatori, tra cui le curve dei rendimenti di molti paesi, ormai inclinate negativamente, o gli indici pmi manifatturieri, diverse aree geoeconomiche, come quella tedesca, o l’eurozona, si trovano in fase recessiva, che certo non depone a favore delle materie prime.
Asset allocation: come investire?
Abbiamo quindi una asset allocation con Dow Jones al primo posto e rame (in generale materie prime) all’ultimo.
L’oro si colloca invece al secondo posto, basandosi sui seguenti indicatori della sua forza relativa.
Forse si nota poco nel grafico qui sopra, ma tutti gli indicatori di forza relativa sono sopra la media a 60 mesi, tranne quello relativo al Dow Jones, che è ovviamente al di sotto, come evidenziato nel cerchio in basso a destra.
Per non appesantire con un eccessivo numero di grafici il presente articolo, non ne inserisco altri.
Ma indico la posizione dei risultati, a partire dal Dax.
L’indice tedesco presenta indicatori di forza relativa tutti inferiori alla media a 60 mesi, tranne, ovviamente, quello relativo al rame, essendo questo all’ultimo posto.
ll Dax si colloca quindi al penultimo posto, davanti solo al rame.
Volendo considerare come una unica asset class quella obbligazionaria, questa si pone quindi al terzo posto, preceduta da oro e Dow Jones.
In questo comparto, analizzando i rapporti di forza relativa, troviamo al primo posto il btp, seguito da bund e all’ultimo posto i treasury.
Volendo quindi suddividere in percentuali gli investimenti sulle asset class sopra considerate, direi che sarebbe opportuno scartare materie prime (rame) e Dax.
Un 50 per cento potrebbe ancora essere destinato all’azionario USA, ed un 30 per cento all’oro, percentuali da modificare poi sulla base di eventuali inversioni della forza relativa, prossima a favorire l’oro come prima posizione.
Il restante 20 per cento da destinare al comparto obbligazionario, suddividendo in parti uguali la parte di investimento destinata a questa asset class, oppure, volendo privilegiare quelle meglio performanti, dando la priorità al btp, seguito da bund e infine da un paniere di treasury.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT
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