Assegno di pensione: attenzione ai ritardi delle finestre mobili

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Assegno di pensione: attenzione ai ritardi delle finestre mobili. Si avvicina il momento del pensionamento e il contribuente cerca risposta alle domande: quando riceverò la pensione? Quando arriva l’assegno? Alcune forme previdenziali considerano l’inserimento di finestre mobili al fine di acquisire a pieno titolo il diritto all’assegno pensionistico. Vediamo come funzionano e quanto tempo ci vuole perché si riceva effettivamente l’assegno di pensione.

Come funzionano le finestre mobili per ricevere il primo assegno di pensione

Assegno di pensione: attenzione ai ritardi delle finestre mobili. Che significa? Quando si parla di finestre mobili si fa riferimento ad un periodo variabile che trascorre tra la maturazione dei requisiti e l’effettivo rateo. Si tratta di un limbo, di dantesca memoria, durante il quale il lavoratore, pur avendo i requisiti per l’accesso al trattamento, deve attendere per l’assegno.

Attualmente, esistono diverse tipologie di trattamenti pensionistici che prevedono le finestre mobili. Il DL 4/2019 ha introdotto una finestra di 3 mesi per quei lavoratori che maturano i requisiti di pensione anticipata a decorrere dal 1° gennaio 2019. Allo stesso modo, si apre una finestra da tre a sei mesi per quei lavoratori che adottano la misura prevista di Quota 100. La durata della finestra mobile dipende dalla tipologia di lavoratore, se pubblico o privato, e dalla maturazione dei requisiti.

Anche Opzione donna e le pensioni di vecchiaia per invalidi superiori all’80% prevedono delle finestre mobili che possono raggiungere anche i 18 mesi talvolta.

Un esempio con Quota 100

Sulla scorta di quanto la legge prevede, è sempre preferibile giocare di anticipo in questo senso. Se la finestra mobile è già accessibile, allora il lavoratore può inviare la domanda di pensione così da non attendere troppo per il primo assegno. Ad esempio, per fare domanda di pensione con Quota 100, si potrà calcolare i tempi per diminuire l’attesa nel periodo di mezzo.

Nel caso degli impiegati pubblici, la domanda di collocamento va presentata a riposo con preavviso di 6 mesi. Per evitare, però, che le finestre diventino penalizzanti, conviene non attendere troppo per la domanda di pensione. È preferibile non aspettare che i 6 mesi decorrano dalla successiva maturazione dei requisiti, ma inviare la richiesta prima. In questo modo il rateo potrebbe essere corrisposto quanto prima.

Inoltre, per valutare se Quota 100 sia la scelta ottimale per la propria uscita dal mondo del lavoro, si può consultare l’approfondimento qui.