Assegni più bassi per chi andrà in pensione a partire dal 1° gennaio 2021. A stabilirlo è il D.M. del 1° giugno 2020, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 147/2020. Con detto provvedimento, il Ministero del Lavoro ha operato la revisione dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo. La riforma Dini, infatti, aveva previsto che la rideterminazione del coefficiente si attuasse ogni tre anni con decreto del Ministero del lavoro. Tuttavia, a seguito delle modifiche operate dal D.L. 201/2011 è stata prevista una cadenza biennale dell’aggiornamento. Detti coefficienti riguardano solo le pensioni o le quote di pensione determinate con il sistema contributivo.
Si tratta di quei valori utilizzati nel sistema di calcolo contributivo per convertire in pensione il montante di contributi accumulati dal lavoratore. Per effettuare il calcolo, quindi, si utilizzano i coefficienti di trasformazione per i quali il montante individuale, prima sottoposto a rivalutazione, viene moltiplicato. Quindi, maggiore sarà il coefficiente, maggiore sarà l’importo della pensione. Il coefficiente di trasformazione, inoltre, varia in base all’età del pensionato. Quindi, otterrà di più chi esce più tardi dal mercato del lavoro. Comunque, bisogna dire che il valore di detti coefficienti è in calo già da diversi anni. Su detto calo già in atto, quindi, sta incidendo negativamente la crisi portata dal coronavirus.
Assegni più bassi per chi andrà in pensione a partire dal 1° gennaio 2021
Abbiamo anticipato che chi andrà in pensione nel 2021, percepirà un assegno più basso. Per comprendere il mutamento, occorre considerare l’accumularsi del calo nel corso degli anni. Per comprendere l’incidenza nel tempo della fluttuazione dei coefficienti, occorre fornire dei numeri. Prendiamo ad esempio un lavoratore che va in pensione a 65 anni d’età, con 100 mila euro di contributi versati. Per lo stesso, la pensione è calata in questi anni di oltre 900 euro. Insomma, per sperare in qualcosa in più, bisogna andare in pensione in età avanzata. I coefficienti di trasformazione, infatti, variano anche in base all’età anagrafica del lavoratore. Ciò, a partire dall’età di 57 anni fino ai 70 anni. Maggiore è l’età del lavoratore, più elevati risulteranno anche i coefficienti di trasformazione.