I dati dei vari indici Tankan in Giappone sono usciti contrastati alcuni sopra altri in linea ed anche sotto le attese. Ma ciò nonostante e nonostante le pessime chiusure serali delle borse venerdì oggi l’indice Nikkey con la collaborazione di alcune delle altre principali borse asiatiche ha chiuso con un segno positivo: +0.52%.
Un colpo significativo in faccia agli orsi scatenatisi contro i corsi delle borse europee ed italiana in particolare. Quando sell-off globale deve essere normalmente i listini asiatici non si tirano indietro.
Una ulteriore conferma della forza intrinseca agli indici giapponesi ma anche una prima diversa valutazione dell’impatto che la manovra italiana potrà avere sui mercati.
Non a caso all’apertura odierna il BTP segna un calo dello 0.53% che indica un primo accenno di accettazione delle scelte italiche.
D’altronde l’alternativa di piegarsi ai mercati e all’oblio di un tutoraggio, per non dire una sovranità, esterno l’abbiamo già vista realizzarsi in Grecia. Nonostante le promesse elettorali con cui salì al governo poi Tsipras di fatto si piegò ai potentati esterni.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: cittadini greci in povertà, immense potenziali ricchezze e strutture passate in mano straniera, e prospettive di vero rilancio vicine allo zero.
D’altronde se viene celebrato come un successo con tanto di annuncio governativo il fatto che dopo 8 anni, dicesi otto anni, il fatto che si torna, parzialmente, a consentire ai cittadini greci di prelevare col bancomat, è facilmente intuibile come la normalità sia stata dispersa nel momento stesso in cui ci si è sottomessi al volere della troika, centro di potere bene armato dei soliti strumenti di pressione, dallo spread alle sanzioni europee.
Mentre i greci si accontentano di riavere la disponibilità di un piccola parte dei propri risparmi, mentre gli italiani si interrogano se è meglio ribellarsi o inchinarsi alle lobby che governano i mercati e tramite di essi le nazioni, in Germania il dato annuale sulle vendite al dettaglio batte ancora una volta le attese su base annuale +1.6% vs +1.5% mentre sul mese subisce una contrazione a -0.1% rispetto a un consensus di ben +0.4%.
Vale a dire che se continui a bastonare i partner europei prima o poi , direttamente o indirettamente , anche tu inizi a pagare dazio. Ma evidentemente i teutoni nella loro auto-teocrazia non hanno ancora ben chiaro che un mercato morto o comunque ferito gravemente non è più un mercato.
Farebbero bene a interrogarsi prima di insistere con le politiche UE costruite soltanto a loro immagine se e cosa potrebbe succedere in Italia se i bancomat venissero sospesi non per 8 anni ma anche solo per 8 mesi…
Forse è anche per questo che pare che oggi sui mercati, dove peraltro non si possono affatto escludere recrudescenze ribassiste, sia tornata un po’ di calma e la voglia di punire l’Italia abbia lasciato il posto a una valutazione più fluida e meno pre-concetta degli eventi.