Arriva il condono fiscale ridotto, ecco come funziona

Fisco

Alla fine, il tanto promesso condono delle cartelle esattoriali si è varato ma in versione ridotta rispetto a quanto atteso. E a quanto aveva richiesto il partito della Lega. Sono stati, però, cancellati i plichi accumulati tra il 2000 e 2010. E ciò per chi aveva un reddito che non ha superato i 30.000 euro nel 2019.

Arriva il condono fiscale ridotto, ecco come funziona. E chi potrà beneficiarne. Le notizie sono state raccolte da Noi del Team Diritto e Fisco di ProiezionidiBorsa.

Colpo di spugna per i redditi minori ma non sulle multe

Il Decreto Sostegni, approvato dal Governo presieduto da Mario Draghi, ha previsto alla fine la cancellazione dei debiti fino a 5.000 euro iscritti e a ruolo tra il 2000 e 2010. Ma solo per chi ha dichiarato nel 2019 un reddito minore a 30.000 euro.

Questa soglia comprende, però, la maggior parte delle famiglie che dal 2018 al 2019 è passata da un reddito medio di 34.000 euro a poco più di 21.000 euro. Nella bozza che circolava nei giorni scorsi, sembrava pronto uno stralcio per tutti dei debiti accumulati fra il 2000 e 2015. Si è optato, invece, per una riduzione del parco beneficiari. Ma è stata varata la rottamazione degli avvisi relativi allo stesso periodo. Saranno, comunque, eliminati 16 milioni di ruoli contro e i 61 milioni calcolati inizialmente. Con qualche dolorosa eccezione. Le multe stradali, infatti, si dovranno pagare. E anche i danni per recupero di aiuti di Stato dovranno essere pagati.

Ecco cosa diventa non esigibile

Palazzo Chigi ha deciso una riforma dei vecchi crediti. Sono cancellati in automatico dopo cinque anni dalla data in cui si sono affidati all’agente di riscossione.

Diverranno non esigibili se non è partita una procedura esecutiva. O se non si era prevista qualche agevolazione per il pagamento.

Le novità verranno presentate dal Ministro dell’Economia nei prossimi giorni. E si è deciso, però, anche un blocco delle notifiche per le cartelle esattoriali fino al 30 aprile. Cioè fino alla fine dello stato di emergenza.

Arriva il condono fiscale ridotto, ecco come funziona

Tuttavia, a proposito di prossimi pagamenti, si innescherà un meccanismo a due vie.

Per i contribuenti che avranno ricevuto negli ultimi giorni la richiesta di pagamento, con le notifiche partite il primo marzo dovranno pagare.

Invece altri dovranno attendere il mese di maggio. Sempre che lo stato di emergenza venga prorogato.

Dunque, chi ha già ricevuto una cartella non potrà farsi restituire i soldi versati con interessi e sanzioni. Mentre chi non l’ha ancora ricevuta potrà attendere fino a due anni per pagare.

Questa novità blocca anche le pretese dell’Erario notificate negli ultimi venti giorni. E ciò  perché si sono fatti salvi gli effetti prodotti dai rapporti giuridici instaurati sulla base degli atti notificati il primo marzo scorso.

Nelle casse dello Stato rimangono anche le somme che si sono già versate come sanzioni e interessi di mora.