“A volte un sigaro è solo un sigaro”, diceva Sigmund Freud, che pur vedeva simboli inconsci in ogni cosa. Per gli amanti del fumo lento, invece, può rappresentare un momento di relax. O un modo per scaricare tensione, un vezzo, un digestivo o anche tutte queste cose assieme. Le categorie sono due dalle quali poi sono nate varie tipologie: il sigaro toscano, detto anche “stortignaccolo”, e i sigari caraibici tra i quali spiccano gli avana o habanos, detti gergalmente “puros”. I sigari toscani si trovano in commercio anche aromatizzati (al caffè, alla grappa, all’anice, al limoncello). Per quanti volessero provare, però, esiste un modo tutto casalingo per aromatizzare i sigari in modo naturale.
Il tabacco trinciato è più adatto all’aromatizzazione
Chi ama il gusto del tabacco in tutte le sue sfumature, soprattutto tra i fumatori di sigari caraibici – e quindi long filler -, ritiene un vero e proprio sacrilegio aromatizzare i sigari. In realtà, l’aroma può essere una nota in più di gusto quando si parla di tabacco Kentucky e, quindi, di sigari prodotti con tabacco fermentato e trinciato. Perciò, quanti volessero provare sentori diversi dagli ammezzati in commercio possono farlo aromatizzando in casa anche le varietà più pregiate di forma bitroncononica.
Aromatizzare i sigari in modo naturale è molto semplice e ci si può sbizzarrire a seconda dei propri gusti. Per prima cosa, è necessario conservare le bottiglie vuote degli alcoolici preferiti: whisky, rum, bourbon, limoncello, grappa, gin, anice etc. E’ quindi sufficiente infilare in ogni bottiglia uno o due sigari, tapparla bene e riporla per qualche tempo (almeno un mese) per permettere al tabacco di assorbirne l’aroma. Lo stesso risultato lo si può ottenere coi vini (barolo, amarone, muffati, passiti) e perché, no, con lo champagne. Chi ama il gusto del caffè, poi, può ottenerne l’aroma riponendo i sigari nei barattoli di latta vuoti o con poca polvere sul fondo. Il risultato è garantito.