Altro tonfo sui mercati direttamente in apertura di contrattazioni e l’escalation non fa bene a molti titoli

Ftse Mib Future

Partono decisamente male le Borse europee. I mercati azionari sono indubbiamente spaventati dall’escalation della situazione in Ucraina, un’escalation nella quale sono state coinvolte anche le centrali nucleari. E non solo. Di ieri la notizia del blocco del gasdotto Yamal, notizia che ha fatto crollare i listini nella seconda metà della giornata. Mentre la battaglia che si è svolta alla centrale di  Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, che ha riportato la vittoria dei russi, sta facendo crollare le Borse in apertura oggi.

A peggiorare le cose, anche le dichiarazioni di Putin sulle sue intenzioni: distruggere quella che lui ha chiamato “l’anti-Russia creata dall’Occidente”. Da quanto sottolineato dalla stampa internazionale, lo “zar” non sembra intenzionato a retrocedere. Da qui il crollo dei mercati azionari mondiali. A cominciare dall’Asia che ha visto il Nikkkei chiudere a -2,2% e l’Hang Seng cinese a -2,5%.

Altro tonfo sui mercati direttamente in apertura di contrattazioni anche in Europa. Intorno alle 9.30, inoltre, il Ftse Mib perdeva il 2,6%. Guardando ai singoli titoli si può notare che nomi come Unicredit, TIM, BPER ed altri appartenenti sia al settore bancario che industriale, appaiano sotto stress. Intanto Volkswagen, Toyota, BMW ed altre, hanno confermato il blocco delle produzioni e delle esportazioni in Russia. Non vanno bene le cose nemmeno sui futures di Wall Street. Seppur, come detto spesso, poco indicativi in questo momento della giornata, restano comunque in fattore da valutare anche in un mercato contraddistinto da una forte volatilità.

Altro tonfo sui mercati direttamente in apertura di contrattazioni e l’escalation non fa bene a molti titoli

Mentre tutto crolla il gas continua la sua corsa. Ancora di più dopo la notizia della chiusura del gasdotto che portava la materia prima verso la Germania. Le ultime notizie parlano di quotazioni che hanno toccato i 200 dollari il megawattora.

Ma la guerra porta conseguenze dirette anche per l’economia russa. Da tempo, ormai, il rublo è in fase di crollo su tutti i fronti e la fuga di liquidità e capitali verso l’estero ha costretto le autorità finanziarie a misure drastiche. Tra queste quella decisa dalla la Banca centrale di Mosca che ha annunciato il blocco dei pagamenti delle cedole agli investitori esteri in possesso di titoli di Stato russi.