Altra partenza in positivo per le Borse ma l’attenzione degli analisti è puntata verso un fattore determinante

Russia

Nelle ultime ore è trapelata la notizia seconda la quale Mosca avrebbe chiesto aiuto militare alla Cina per portare avanti la sua offensiva in Ucraina. Sebbene la notizia sia stata immediatamente smentita dai vertici cinesi, resta comunque un elemento che rende ancora più tesa la situazione internazionale. La dimostrazione sta nell’avviso che gli States hanno lanciato alla Cina chiedendole di non collaborare con Mosca. Anche in questo caso si tratta di preoccupazioni che nascono dal rapporto di salda collaborazione che lega Mosca e Pechino. Ad ogni modo per molti analisti appare difficile che il gigante asiatico abbia deciso di appoggiare Putin nonostante le tante dimostrazioni di amicizia. Ancora di più in considerazione della politica di equilibri, sempre più difficili, che la Cina sta adottando in questo frangente nei confronti dell’Occidente.

Mentre, come detto, continua l’attacco russo su territorio ucraino, si registra un’altra partenza positiva per le Borse anche se, come si è visto più volte, il vero ago della bilancia sui mercati è la volatilità. Per il momento, però, i mercati azionari hanno aperto al rialzo con una Piazza Affari che verso le 10.30 conquistava un incoraggiante +1,7%. Una lieve, se non passeggera, positività in vista del quarto round di colloqui tra Kiev e Mosca. Colloqui che, sullo sfondo, vedono anche incontri bilateriali tra USA e Cina che si terranno oggi a Roma. Nello specifico tra il consigliere alla Sicurezza nazionale statunitense Jack Sullivan e il capo della diplomazia cinese Yang Jiechi.

Altra partenza in positivo per le Borse ma l’attenzione degli analisti è puntata verso un fattore determinante

Intanto, almeno nell’immediato, la conferma di colloqui tra le parti, ha portato il petrolio a registrare una correzione dopo le corse sfrenate dei giorni scorsi. Numeri alla mano si parla di un Brent che viaggia intorno ai 107 dollari al barile mentre il Wti supera di poco i 103,5.

Nel frattempo i mercati temono le conseguenze di un’economia come quella russa, a serio rischio default. Per S&P Global, infatti, le conseguenze di un crollo economico di Mosca e ancora di più di una sua possibile insolvenza, sarebbero diverse. La prima, attualmente sotto i riflettori dell’opinione  pubblica, sarebbe la carenza di materie prime alimentari ed energetiche.