In questo articolo andremo ad approfondire un nuovo bonus pensato per una categoria fino ad oggi esclusa da ogni supporto. Abbiamo già parlato della riduzione del cuneo fiscale per molti lavoratori dipendenti. Oggi vedremo cosa è previsto per i frontalieri. I lavoratori frontalieri sono dipendenti, collaboratori o lavoratori autonomi attivi all’estero ma residenti in Italia. Nel nostro Paese sono oltre 85mila, la maggior parte attiva in Svizzera. Essi sono di fatto soggetti alle regole del mercato del lavoro del Paese ove svolgono attività professionale. Per questo motivo le varie tutele previste dallo Stato a sostegno dei lavoratori li hanno esclusi. Non hanno potuto beneficiare infatti di ammortizzatori sociali ( Naspi e Dis-Coll), cassa integrazione e bonus 600 euro. Ma oggi sono almeno 500 euro in arrivo per questi lavoratori.
Il Decreto Rilancio a supporto dei frontalieri
Il 16 Luglio, il Senato ha definitivamente approvato il Decreto n. 34/2020. L’articolo 103-bis del Decreto Rilancio ha introdotto un nuovo bonus in favore dei frontalieri. L’INPS riconoscerà questo nuovo contributo ai cittadini italiani che svolgono attività lavorativa in Paesi limitrofi o confinanti, come la Svizzera. Ma anche San Marino, Città del Vaticano, Francia e Montecarlo. Al momento il Governo ha individuato una copertura economica complessiva, ma non l’importo del singolo bonus. Secondo alcune indiscrezioni potrebbe essere pari ai bonus previsti per i professionisti. Presto nuovi bonus 600 euro o bonus 1000 euro? La soglia minima invece non sarà troppo al ribasso: saranno almeno 500 euro in arrivo per questi lavoratori.
I requisiti necessari
I lavoratori interessati al contributo previsto dal Decreto Rilancio, dovranno rispettare alcuni criteri. Il primo è essere residenti in Italia e svolgere la propria attività nei Paesi confinanti o limitrofi ai confini nazionali. Oppure svolgere la propria attività in altri Paesi che abbiano sottoscritto accordi bilaterali con l’Italia. Gli interessati dovranno essere lavoratori dipendenti, collaboratori continuativi o titolari di partita IVA che abbiano cessato involontariamente l’attività dal 23 febbraio in avanti. Per tutti vale l’obbligo di non aver beneficiato delle misure di sostegno ai lavoratori previste dai recenti decreti. Un importante sostegno ad una categoria di lavoratori molto colpita sia dalla crisi economica sia dalle difficoltà negli spostamenti di questo periodo.