Dati macro ancora contrastati anche perchè le minute pubblicate ieri e riguardanti l’ultima riunione della Banca centrale USA, non hanno evidenziato nessun elemento di valutazione. In tutto questo, l’attesa per gli operatori, è per la pubblicazione del PIL USA del primo trimestre. Nel frattempo i due mercati maggiori, quello statunitense e quello europeo, si dividono tra il primo, i cui futures sono in lieve ribasso, e i secondi in frazionale rialzo. Un esempio può essere la stessa Piazza Affari che poco prima delle 14.30 arrivava a guadagnare non più dello 0,3%. Per il panorama italiano, guardando gli appuntamenti in agenda, c’è da registrare un generale rialzo per il fatturato delle imprese e per la fiducia dei consumatori. In entrambi i casi, infatti, si è confermato un certo miglioramento. In particolare per il fatturato delle imprese si è registrato un risultato che non si vedeva da circa 22 anni.
All’orizzonte si profilano molti elementi di incertezza e la guerra non è più il solo motivo di timore per gli operatori
Guardando, però, ad altre realtà come ad esempio quella inglese, c’è da registrare il piano di aiuti contro l’aumento del costo della vita. Si tratta di un intervento da circa 17 miliardi di euro (15 miliardi di sterline) messo a punto dal Governo britannico. L’intenzione è quella di riuscire ad aiutare le fasce di popolazione economicamente più fragili.
Ad aumentare il clima di generale incertezza si aggiungono altri elementi che gli investitori dovranno valutare attentamente. Al centro della scena, sebbene non sia più la sola, c’è ancora la guerra. A attirare l’attenzione degli osservatori sono anche le dichiarazioni del Segretario della NATO Jens Stoltenberg secondo il quale è impossibile stabilire le tempistiche per una possibile fine del conflitto. Non solo, ma secondo le sue previsioni è altrettanto impossibile prevedere anche le modalità con cui questo evento potrebbe avere fine.
Ma all’orizzonte si profilano molti elementi di incertezza per gli operatori. Tra questi anche il taglio sulle stime di crescita mondiali, arrivato nelle ultime ore da Moody’s numeri alla mano si parla di un PIL che per le economie più avanzate dovrebbe scendere in media al 2,6% contro l’iniziale 3,2%. Come detto non sarà più solo la guerra a creare incertezza ma anche l’inflazione derivante, tra le altre cose, anche dai vari lockdown in Cina che, di conseguenza, potrebbero creare un sensibile rallentamento nella crescita del Dragone.
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