Per non dimenticare la regola di Alex Zanardi: 5 secondi ancora …
Correva l’anno 2019 e in una trasmissione televisiva di prima serata, forse per la prima volta, qualcuno confidava al grande pubblico la “regola dei 5 secondi”. Questo qualcuno era Alex Zanardi, “Zanna” per gli amici. Un campione dello sport ma anche un uomo che, ad un livello più sottile, si percepisce subito dotato di una luce particolare. E la luce, per sua natura, non può che illuminare il buio circostante. Un bagliore che salta fuori da quei suoi guizzi improvvisi nello sguardo, da quell’aria scanzonata, dall’apparente leggerezza nell’affrontare e vivere pesanti vicende personali. Ed è con questo intento di rendere omaggio a quella confessione illuminata e illuminante che la riportiamo integralmente.
La regola di vita
“La regola dei 5 secondi è qualcosa che scopri lungo il cammino. Ti rendi conto che se tieni duro, se provi ad andare avanti per altri 5 secondi, alle volte, accadono delle cose che ricostruiscono il tuo coraggio, la tua fiducia in te stesso. Magari l’avversario che avevi di fianco e che ti sembrava imbattibile, è lui che molla per primo … e lì ti viene dentro “una roba” tale che ti fa preferire che la sofferenza diventi dolore perché te la fa avvertire meglio. A quel punto, invece di rallentare, acceleri ancora…scoprendo peraltro che c’era ancora qualcosa dentro di te da usare”.
Il patrimonio inconscio
Parole che ora, alla luce dell’ennessima prova che la vita, con un assurdo incidente, gli pone davanti, si scolpiscono, ancora di più, nella pietra. Una pietra peraltro molto cara a chi, come Jung, d’inconscio se ne intendeva. Una dimensione interiore che anche nella “confessione” di Zanardi salta fuori. E questo accade quando lui parla di “quel qualcosa” che ognuno di noi si porta dentro, da scoprire e da usare, proprio quando si pensa di essere allo stremo delle forze. Se così è, tracciamo un immaginario parallelo tra Siena, dove è attualmente ricoverato Alex, e Bollingen, sede della seconda dimora dello psicoanalista Jung.
Alex Zanardi: 5 secondi ancora …
Fu proprio sulle rive del lago di Zurigo che il “dottore dell’inconscio” incise, su pietra, percezioni, pensieri improvvisi e visioni arrivate fino a noi praticamente intatte. Un immaginario asse italo-svizzero per chiamare a raccolta tutte le forze di quello che Jung definiva “inconscio collettivo”. Vale a dire una sapienza animica che accomuna tutti e che va al di là dello spazio e del tempo. Pertanto in questo tempo di paura terrena per le sorti di un campione nello sport e nella vita, che i pensieri e le energie di tutti possano unirsi in questa cordata di almeno 5 secondi. Un’anima collettiva pulsante che arrivi fino al suo letto d’ospedale e che gli consenta, citando le sue parole, di “non rallentare ma di accelerare ancora”.