Più o meno tutti nella propria vita hanno sostenuto un colloquio di lavoro. Oggi secondo l’Istat nell’anno della pandemia si è perso circa un milione di posti di lavoro. La ferita nel Paese dunque è profonda e si sente. I giovani sono alla costante ricerca di un’occupazione e a questi si aggiungono coloro che purtroppo hanno perso il lavoro.
Al momento sembra che l’occupazione stia risalendo, ci sono molte aziende che stanno assumendo. E qui sulle colonne di ProiezionidiBorsa abbiamo parlato di tantissime offerte di lavoro nella sezione “concorsi e offerte di lavoro”. Quando si cerca un nuovo impiego è necessario fare un colloquio. Spesso anche più di uno con anche dei test per valutare le capacità del candidato.
Ma in sede di colloquio quali domande si possono fare e quali no?
Esistono infatti alcune domande che durante un colloquio è vietato fare a cui quindi si può non rispondere. Alcune le abbiamo già viste in dei precedenti articoli. Come ad esempio non si può chiedere se una persona è sposata, oppure se si desidera avere dei figli. Non si può nemmeno chiedere il partito politico o la religione che si professa (cliccare qui per leggere l’articolo).
Oggi però è sulla bocca di tutti un Ddl molto importante, quello Zan. Approvato dalla Camera dei deputati il 4 novembre 2020. E proprio a questo ci colleghiamo per un’ulteriore domanda che in sede di colloquio è vietato fare. Perché sì, ci sono alcune domande che durante un colloquio è vietato fare e alle quali, quindi, si può non rispondere.
È vietato infatti chiedere l’orientamento sessuale del candidato secondo il D.LGS 215 e 216 del 2003. Queste domande, infatti, sono del tutto personali e quindi si può anche non rispondere, sottolineando il fatto che sono domande non legate alla sfera lavorativa, ma a quella privata.