La Redazione di ProiezionidiBorsa ha trattato più volte le tematiche relative al reddito di cittadinanza. Proprio in questi giorni, i primi beneficiari del sussidio possono richiederne il rinnovo, come abbiamo descritto in un recente approfondimento. Dopo la conclusione del primo ciclo previsto dal DL 4/2019, l’ISTAT ha effettuato uno studio approfondito. L’Istituto di statistica ha confermato che il reddito di cittadinanza non ha incentivato in alcun modo il mercato del lavoro. Un aspetto certamente influenzato dalla crisi economica causata dalla pandemia e comunque ampiamente previsto da molti osservatori. La ricerca ha fatto però emergere che al Nord è molto difficile accedere al reddito di cittadinanza e vi spieghiamo perché. In questo articolo vedremo quindi quanto ha impattato questo sussidio nelle varie aree del Paese. Capiremo anche perché le famiglie del Sud hanno maggior facilità nell’accesso al beneficio rispetto a chi vive nel Settentrione.
Le rilevazioni dell’Istituto di Statistica
Secondo una recente rilevazione, la povertà è equamente distribuita nelle varie aree d’Italia. Il 43% dei poveri risiede nelle regioni del Nord, mentre il 57% in quelle del Centro-Sud. La distribuzione del reddito di cittadinanza appare invece molto disomogenea dal punto di vista geografico. Lo Stato infatti paga ai residenti al Nord solo il 20% del totale dei trattamenti di cittadinanza. I dati nazionali vedono una forte diminuzione delle persone in condizione di povertà assoluta. Tra il 2018 ed il 2019 infatti, l’ISTAT ha rilevato una diminuzione dei “poveri assoluti” di oltre 447.000 unità. Ma al Nord la situazione è rimasta sostanzialmente invariata. Nel Nord-Est addirittura, il numero di persone in difficoltà economiche è addirittura salito. Insomma, al Nord è molto difficile accedere al reddito di cittadinanza e vi spieghiamo il perché analizzando i dati ISTAT.
Al Nord è molto difficile accedere al reddito di cittadinanza e vi spieghiamo perché
Abbiamo visto che la distribuzione del reddito di cittadinanza è fortemente sbilanciata verso il Sud del Paese. Nonostante le persone in condizione di povertà assoluta siano circa due milioni sia al Nord che a Sud. Nel Settentrione, infatti, una grossa parte di persone in difficoltà non accede al sussidio statale. Questa situazione nasce dal fatto che i requisiti per richiedere il RdC divergono rispetto ai parametri di calcolo delle soglie di povertà. Mentre i criteri di accesso al reddito sono uguali in tutta Italia, le soglie di povertà variano su base locale. In altre parole, il reddito di cittadinanza si basa su dati fissi, mentre le famiglie devono fare i conti con il costo locale della vita. Che può variare sensibilmente da zona a zona. Secondo l’ISTAT, se i criteri per l’assegnazione del reddito fossero ricalcolati sul costo della vita locale le cose cambierebbero radicalmente. Oltre 1 milione di famiglie del Nord avrebbe accesso al reddito di cittadinanza.
Un esempio pratico
Le differenze in realtà non esistono solo tra Nord e Sud ma anche da grande città a piccolo centro. Ad oggi, in un piccolo centro del Mezzogiorno, l’ISTAT considera povera una famiglia di quattro persone con un reddito non superiore a 1.350 euro mensili. Questa soglia sale ad oltre 1.700 in una città del Nord. La differenza è molto rilevante e questa modalità di calcolo penalizza quindi quasi cinque milioni di persone. Un ulteriore aspetto migliorabile di un provvedimento che ha già causato molte critiche e perplessità.