Acquistare azioni immobiliari a piccola capitalizzazione è un affare? Il settore immobiliare presenta ancora delle possibilità di crescita, magari nelle imprese non grandi e, forse, meno conosciute? Vediamo di scoprirlo.
La crisi indotta dal nuovo coronavirus ha portato scompiglio ovunque. Come ben sappiamo, a meno di non vivere sulla Luna, i mercati sono crollati quando si è visto come e quanto stava iniziando a diffondersi il virus. Il motivo è stata la paura incontrollata dovuta al fatto che non c’era una vaccino per immunizzare la popolazione. Il virus, inoltre, risultava essere parecchio aggressivo, e mortale.
Questi fatti hanno imposto la chiusura di tutte le attività non essenziali, e la contemporanea chiusura in casa della popolazione. I mercati, di conseguenza, hanno fatto crollare tutti i titoli azionari, indiscriminatamente. Perché? Perché le economie si stavano fermando. E, senza produzione per una larga parte delle economie, moltissime aziende, nei mesi successivi avrebbero avuto problemi. Problemi che si sarebbero riflessi sui loro conti e sui loro ricavi.
I mercati queste cose le sanno e le capiscono, e reagiscono sempre molto in fretta.
Sono quindi stati puniti tutti, in una primissima fase. Dopo, quando i sistemi automatici di trading, ormai padroni assoluti dei mercati (l’81% degli scambi è in mano loro) hanno smesso di vendere tutto, ma proprio tutto, si è incominciato a ricomprare quanto avesse qualità. Ma, soprattutto, quei titoli azionari di imprese non coinvolte direttamente negli stop forzati. Si è invece continuato a vendere quelle azioni che sono state influenzate molto direttamente dal virus. Quindi, i titoli di compagnie aeree, o dei ristoranti, o degli alberghi. Ma anche delle compagnie di viaggio o delle società crocieristiche, o comunque di qualunque impresa lavorasse nel turismo.
Con le frontiere chiuse ed i viaggi praticamente azzerati, i valori di queste società sono crollati. Lo hanno fatto, purtroppo, anche quelli di società industriali come quelle del settore auto. Dopotutto, quando si è chiusi in casa, chi è che a voglia di comprare un’auto online (che da noi non si può neanche fare, tra l’altro)? E un’altra cosa non si può comprare online: una casa. Di conseguenza, anche il settore immobiliare ha passato, e sta passando, dei momentacci. Ma è così ovunque? Acquistare azioni immobiliari a piccola capitalizzazione è un affare, magari?
Acquistare azioni immobiliari a piccola capitalizzazione è un affare?
Per capirlo, abbiamo lanciato uno screening sulle società del settore quotate su Borsa Italiana, che in Italia sono 17. Ovviamente ci siamo rivolti al P/E (impostandolo a <15), cioè al rapporto prezzo/utili, l’indice più usato per valutare un titolo azionario sottovalutato. Ma non ci siamo limitati a questo. Questo primo filtro ha limitato le società a 10. Abbiamo poi chiesto di avere solo le società a piccola capitalizzazione, meno note.
E, infine, ci siamo concentrati sui ricavi. Nello specifico, i ricavi trimestrali anno su anno, che andassero da +15% a +100. Lo screener ha lasciato solo 3 titoli: Gabetti Property Solutions (MIL:GAB), Compagnia Immobiliare Azionaria, e Coima Res. Tre società a piccola capitalizzazione, profittevoli, ipervendute, ma che hanno già sovraperformato, in due casi su, il Ftse Mib, e chiaramente sottovalutate dal mercato, in particolare l’ultima. Cibo per la mente per i vostri approfondimenti, possibilmente in compagnia del vostro consulente d’investimento.