Un’abitudine comune che inquina l’ambiente ma di cui non possiamo fare a meno

rete internet

Nella lotta contro i cambiamenti climatici siamo sempre pronti a cambiare le nostre abitudini cercando di ridurre il nostro impatto ambientale. Facciamo docce più brevi, facciamo la raccolta differenziata e abbiamo ridotto il consumo di plastica. C’è un aspetto, però, della nostra vita di tutti i giorni, che è sempre più inquinante ma che pochi conoscono. Ecco un’abitudine comune che inquina l’ambiente ma di cui non possiamo fare a meno.

Il web ha un impatto ambientale

Ebbene sì, internet non è un concetto impalpabile. Che non ha conseguenze nel mondo reale. Per poter esistere la rete ha bisogno di basi fisiche ben solide. E queste basi inquinano. I numerosissimi server necessari per far funzionare internet richiedono, cioè, tantissima energia quasi mai presa da fonti rinnovabili.

Ma non solo.  Anche i materiali utilizzati per produrre dispositivi, server e la connessione elettrica necessaria agli utenti influiscono sull’inquinamento provocato da internet. La rete, infatti, produce più inquinamento dell’intero settore aeronautico e si sta avvicinando alla produzione del 5% delle emissioni di CO2. Secondo uno studio pubblicato da Ademe, circa otto e-mail inquinano quanto un chilometro percorso in auto.

Come ridurre le emissioni provocate dalla rete

È vero, navigare online è un’abitudine comune che inquina l’ambiente ma di cui non possiamo fare a meno. Possiamo nel nostro piccolo, tuttavia, adottare alcune misure, atte a ridurre il nostro impatto ambientale, anche in questi casi.

Prima di tutto, bisogna imparare a gestire bene i nostri dispositivi. È importante, quindi, spegnerli quando non vengono usati e limitarne l’utilizzo durante il giorno. Internet stesso va usato con saggezza, cercando di ridurre la mole di dati trasferiti e scaricati.

Chi ha un sito web, inoltre, oggi, può appoggiarsi a servizi di hosting e server green che utilizzano fonti rinnovabili per sostenere la propria attività. È anche possibile restituire all’ambiente ciò che si è preso utilizzando motori di ricerca eco-sostenibili che piantano alberi in cambio delle ricerche e frequentando la rete per fare acquisti da negozi equo-solidali nel rispetto dell’ambiente.