E’ saltata la proposta della bad bank europea. Il progetto della BCE di fare confluire i crediti bancari inesigibili (NPL) in un istituto europeo creato ad hoc, non è andato in porto. E questo è un grande problema per l’Italia e il suo sistema bancario. Senza bad bank europea sono a rischio le banche italiane e con loro i risparmi dei clienti
Il grande punto interrogativo dei crediti inesigibili mette a rischio il sistema bancario
Sorgerà un grande problema quando in Italia verranno rimosse le varie misure di emergenza per tutelare l’economia. Improvvisamente cesserà la cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti, arriveranno le cartelle esattoriali e le tasse sospese da pagare. E cesseranno anche i prestiti con garanzia statale.
Quando tutto questo accadrà, la nostra economia dovrà essere in grado di reggere l’urto di migliaia di aziende non più in grado di andare avanti. Aziende che non saranno più in grado di pagare i propri debiti e che scaricheranno l’onere sul sistema bancario. Ecco allora che saranno a rischio le banche italiane e con loro i risparmi dei clienti.
E’ il fenomeno degli NPL, Non Performing Loans, crediti inesigibili, o anche definiti incagliati. Si tratta, in poche parole, dell’impossibilità della banca di rientrare dei soldi prestati. La BCE, conscia del problema, ha vietato a tutte le banche europee di distribuire dividendi. E ha impedito di fare operazioni di riacquisto di azioni proprie, per evitare indebolimenti patrimoniali. Questo divieto è stato allungato fino a settembre del 2021.
La proposta di una bad bank per gestire gli NPL
Successivamente, sempre la BCE, ha proposto di creare una bad bank europea, dove fare confluire tutti i crediti inesigibili. Ma il progetto è stato bloccato da alcuni Paesi. Così ogni Stato dovrà gestire per conto proprio il problema.
L’Italia non è messa bene. Secondo Andrea Enria, a capo della vigilanza delle BCE, per l’Italia il rischio in prospettiva è di 1.400 miliardi di debiti incagliati. Cioè di soldi prestati e che non potranno essere restituiti.
Già oggi i crediti in sofferenza in Italia sono il 6,3% dei crediti totali erogati dal mondo bancario, contro una media europea del 2,8%. Mentre gli accantonamenti per fare fronte a questa emergenza sono appena il 60% del totale attuale degli NPL.
A rischio le banche italiane e con loro i risparmi dei clienti
E’ difficile immaginare cosa potrà accadere al sistema bancario quando saranno rimossi i meccanismi di protezione. Quello che faranno le banche quando inizieranno inevitabilmente a fioccare fallimenti di piccole e piccolissime imprese.
A questo terribile urto di 1.400 miliardi di crediti inesigibili, probabilmente reggeranno le grandi banche. Ma per gli istituti di credito di piccole e medie dimensioni potrebbero essere tempi duri.
C’è l’alta probabilità che qualche banca fallisca trascinando nel gorgo i risparmi di migliaia di famiglie. Sono scene che abbiamo già visto non molto tempo fa.
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