A quando la giornata decisiva per una svolta nelle elezioni USA? È chiaro, ormai, che anche oggi per gli USA sarà una giornata da guerra civile. Dove il risultato elettorale non è accertato, né accettato da ciascuna delle due parti, se vincesse quella avversa.
Ma è possibile che in questo livido week end di novembre, mentre scattiamo una fotografia del Paese tristemente impressionante, qualche conteggio si sblocchi.
E se la sorte sarà a favore di Biden, si potrà girare pagina. Anche per l’economia. Vediamo cosa sta succedendo oltreoceano con l’aiuto degli Esperti di Economia e Mercati di ProiezionidiBorsa.
Una missione ardua per il candidato Biden
Se lo sfidante di Donald Trump fosse stato un altro, qualcuno che non rincorresse la Casa Bianca da una vita, qualcuno che non ci avesse lavorato dentro per anni con Barack Obama, avrebbe avuto buoni motivi per abbandonare la sfida.
Anche a urne chiuse, mentre infuriavano le prime polemiche dell’imbroglio politico. Perché rialzare gli Usa da una pandemia come questa è una missione ardua, con incognite da togliere il sonno, che solo i Presidenti degli anni di guerra conoscono.
Le grandi tradizioni che stavolta pesano troppo
Mai come in questa situazione di pandemia e crisi sociale, appare anacronistica questa procedura elettorale di voti in presenza e di voti per posta, difficili da controllare in un paio di giorni.
Le missive potranno essere scrutinate, pare, fino all’8 dicembre. Ma oggi assistiamo anche a un altro rito surreale, vista la situazione. Il nuovo Presidente, se di schieramento politico opposto a quello uscente, dovrà aspettare due mesi per poter iniziare ad attuare il suo programma di governo.
La tradizione politica statunitense non prevede, infatti, che il numero uno della Casa Bianca da oggi possa formare il suo Esecutivo e occupare subito le stanze dei bottoni. Si assisterà a questo doloroso scollamento, Biden in tv che parlerà per settimane delle “sue” misure idonee per frenare il Covid, oltre 121 mila contagi in un giorno. Delle “sue” ricette per combattere una recessione terribile che durerà ancora sei mesi, con forti rischi di disordini sociali.
La gente applaudirà. Ma intanto continuerà a morire. Poco importa ad oggi, sentirlo dire che intende riformare la posizione statunitense a proposito dell’accordo di Parigi. Sarà, per due mesi, come un re senza regno.
Il timone in mano alle Banche centrali
A quando la giornata decisiva per una svolta nelle elezioni USA. Probabilmente durante la prossima settimana. Se fosse Biden a spuntare la vittoria, in questa inerzia generale, la Federal Reserve e la sua rete, avranno già preso il controllo della situazione.
Gli stimoli fiscali e i piani di sostegno varati dai repubblicani non potranno continuare a correre. Le decisioni dei nuovi inquilini della Casa Bianca non arriveranno prima di gennaio 2021. I trilioni di miliardi per controbilanciare gli effetti della pandemia Covid, pronti per aiutare l’America a ripartire ci sono. Ma resteranno congelati.
Perché il rito del “cambio della guardia” nessuno lo ha cambiato, neanche per l’emergenza.
Mentre la signora Biden sceglierà le nuove tende della Sala Ovale, ci penserà la FED a governare sostenendo il lavoro, il dollaro e l’economia USA con massicci acquisti di asset. Alle famiglie che stanno chiedendo nuovi finanziamenti alle banche (la domanda è salita del 4,7% questo mese) si chiederà di stringere la cinghia e avere pazienza.
Giorno del Ringraziamento, una festa per pochi
Il giorno del Ringraziamento sarà una festa per pochi. Solo per coloro che fanno parte dei 906 mila individui con un nuovo posto di lavoro nel settore privato. E coloro che, seguendo i consigli di ProiezionidiBorsa, hanno investito a Wall Street.
Era dall’elezione di Franklin D. Roosevelt nel novembre 1932, che non si registrava un grande slam in rialzo come questo. A due minuti dalla chiusura di ieri, anche l’S&P 500 ha sorpreso tutti. Il Nasdaq100 è salito del 9,4% questa settimana, il secondo aumento settimanale più forte dell’ultimo decennio. Mentre il Dow Jones è salito del 7% e lo S&P ha guadagnato l’8,4%.