A lupo… nessuno e’ accorso. Il ponte di Aulla, che passa sul fiume Magra e unisce Toscana e Liguria, e’caduto stamattina.
Fortunatamente, considerate le restrizioni vigenti a causa del coronavirus, non era transitato come al solito e non ci sono state vittime. Trattasi di un anello di congiunzione solitamente molto affollato, non sussistendo strade alternative. A Novembre, in seguito ad abbondanti piogge, taluni avevano segnalato la sussistenza di crepe e fatto presente che ci potevano essere problemi di stabilita’ della struttura. Tuttavia, la situazione e’ stata sottovalutata, in quanto i tecnici Anas, arrivati sul posto, hanno concluso che non sussistevano pericoli di sorta. Eppure, oggi, il ponte e’ caduto e si e’ evitata la tragedia solo perche’ non era, come al solito, affollato.
Nessun ferito grave
Gli unici due veicoli in transito, si trovavano in una posizione tale che i loro conducenti hanno riportato solo lievi ferite. Ad intervenire sulla questione sono stati il sindaco di Aulla, il Ministro delle Infrastrutture e altre istituzioni. Ognuno dice la sua. Il Ministro ha chiesto subito una relazione dettagliata all’Anas. Il sindaco, dal canto suo, dopo l’intervento di novembre, riscontrando anche successivamente delle anomalie, aveva gia’ chiesto, piu’ volte, l’intervento dell’Anas. Polizia e Carabinieri stanno indagando sulle cause del crollo. Insomma, le autorita’ locali (nella specie il sindaco) hanno chiamato: “a lupo” ma l’Anas non si e’ scomodata e adesso continua a dire che a novembre il ponte era sicuro. Il ponte oggi e’ precipitato e l’Anas ha ribadito che il ponte godeva di ottima salute. Ma insomma? Chi se le deve assumere queste responsabilita’ se tutti fanno finta di non sapere?
A lupo nessuno e’ accorso. Infrastrutture a rischio
Gia’ la caduta del ponte Morandi, avrebbe dovuto sollevare degli interrogativi sull’inadeguatezza delle infrastrutture italiane. Infatti, gia’ in quella occasione era emerso che i ponti costruiti decine di anni fa sono stati realizzati con criteri non piu’ attuali e sulla base di parametri che sono mutati. Cosicche’, gia’ allora si sarebbe dovuta avviare un’attivita’ di revisione di quelle infrastrutture che fungono da anello di congiunzione di molti centri abitati. Esse, infatti, si trovano a sopportare ogni giorno, enormi carichi che, a quanto pare, sono quasi raddoppiati rispetto al tempo in cui furono costruiti i ponti. Questo appena riportato emerse per il caso Morandi e sarebbe stato sufficiente a far scattare l’allarme per l’inizio di immediati lavori infrastrutturali per le aree a rischio. Insomma, si accolga la richiesta di aiuto, quando chi si chiama: a lupo, altrimenti non saremo in grado di far altro che di raccogliere I cocci!