Mercati: dove investire? I consigli dei gestori

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Una sorta di debolezza diffusa ha caratterizzato i mercati di oggi. In mancanza di spunti il problema su dove investire si fa sentire. E non poco. I consigli dei gestori.

La panoramica

Le previsioni parlano di un rallentamento continuo dei mercati mondiali. La Fed ha addirittura deciso di interrompere il suo percorso di normalizzazione dei tassi. Il governatore della banca centrale Usa ha infatti confermato che, data la situazione, il 2019 non vedrà altri aumenti del costo del denaro. Non solo, ma qualcuno ha anche avanzato l’ipotesi di poter vedere un ritorno, a Washington, del tanto vituperato Quantitative Easing. Intanto, nel Vecchio Continente, la Bce è arrivata addirittura a pensare di rimandare tutti i provvedimenti sui tassi di interesse al 2020. Se non oltre.

I punti forti per gli emergenti

Quello che appare chiaro è che il dollaro per primo e l’euro in seconda battuta, resteranno ancora a buon mercato. A tutto vantaggio degli emergenti. Si tratta di un settore che è tornato protagonista dopo che hanno iniziato a moltiplicarsi i report che ne elencavano i vantaggi. Un asset class che, tra le altre cose, può sfruttare anche l’approssimarsi di una pace commerciale tra Usa e Cina. L’ottimismo, infatti, cresce a dismisura in queste ultime ore.

Mercati e dazi Usa-Cina

A favorirlo sono le dichiarazioni del Segretario al Tesoro Steven Mnuchin. Il ministro statunitense ha confermato che le parti dovrebbero essere vicine all’accordo. La guerra dei dazi, guerra che, secondo quanto da lui dichiarato, “ha creato tariffe dannose, un clima di diffusa incertezza e frenato l’economia globale”. Alla luce di questo scenario, quindi, è più che comprensibile il motivo che spinge i gestori a livello internazionale a vedere, tra gli investimenti azionari da preferire, proprio gli emergenti. Non solo, ma a loro favore anche una maggiore capacità di resistere agli shock esterni e una bassa inflazione. Ovviamente con le dovute eccezioni.

Pregi e difetti degli emergenti

Notoriamente gli emergenti sono anche più soggetti a crisi politiche e sociali estreme. Argentina e Venezuela ne sono un esempio. Ma in maniere diametralmente opposta possono essere, invece, virtuosi le nazioni del sud est asiatico. Dunque sono sempre di più le case d’affari pronte a votare per gli emergenti. Tra questi Pictet asset management ma anche gli analisti di Lobard Odier. In quest’ultimo caso si arriva addirittura a prevedere una sovraperformance degli asset rischiosi dei mercati emergenti rispetto a quelli dei mercati sviluppati.

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