Mercati: dove sono diretti in questo contesto?

ProiezionidiBorsa

Mercati quasi in stand by nelle ultime sedute, d’altronde il contesto generale è decisamente insito di incertezze ed insidie non ancora ben delineate.

Sia pure con profonde diversità da una nazione all’altra, è evidente che il 2019 ha aperto le porte a un rallentamento economico di cui come abbiamo scritto in precedenza non è ancora chiara la portata.

Borse protette dalla banche centrali

Le borse sanno che le banche centrali sono pronte ad intervenire a sostegno dei mercati e prima ancora dell’economia in qualsiasi momento.

La FED è attesa da molti ad almeno un taglio dei tassi interesse già nel 2019.

La BCE dal canto suo (TLTRO già delineato per settembre a parte) si è detta, per bocca del CEO Mario Draghi, pronta a fare tutto il necessario per evitare la recessione.

E i mercati da queste concrete attese non possono che ricevere un sostegno, ovvero una garanzia a tendere di masse liquide pronte ad entrare in azione.

Di conseguenza immaginare trend ribassisti prolungati è veramente fuori luogo.

Solo nel malaugurato caso dell’inatteso fallimento delle mosse delle banche centrali ci troveremmo in una recessione che trascinerebbe i mercati nel baratro.

Ma, rassicuriamoci, al momento una ipotesi così catastrofica ha meno del 10% di probabilità di avverarsi.

Aumenta la sensibilità ai dati macroeconomici da parte dei mercati

A prescindere da questa vera e propria barriera monetaria a protezione, i mercati indubbiamente sono destinati comunque a risentire di un quadro economico in rallentamento.

Pertanto come abbiamo già constatato negli ultimi 10 giorni è decisamente aumentata la sensibilità ai dati macroeconomici in uscita ogni giorno.

Schizzi di prezzo o anche inversioni del trend nel caso di dati macroeconomici pregnanti si sono verificate come non si vedeva da tempo e potranno continuare a verificarsi.

L’ambiguità dei comportamenti dei mercati

Quello che sarà difficile da decodificare sarà la correlazione tra esito del dato e reazione delle borse.

Abbiamo già visto reazioni ribassiste a dati negativi ma anche impulsi rialzisti dopo dati macro decisamente sotto le attese.

In generale possiamo dire che per gli USA vale di più la seconda modalità viste le disponibilità monetarie della FED.

Per i listini europei invece, già stressati da qualche mese di notizie negative, sarà più facile vedere reazioni positive a dati positivi e viceversa.

Su entrambi i fronti gli eccessi rischiano invece di venire puniti.

In America reazioni atipiche avranno il compito di agire come stimolo alla FED ad agire subito,
In Europa eccessi negativi sui dati macroeconomici potrebbero alimentare il timore che le manovre della BCE non bastino a risollevare l’economia.
Dati troppo positivi farebbero temere una BCE pronta a fare retromarcia sulle concessioni promesse…

Quadro molto complesso che continueremo ad analizzare insieme per capirne ed aggiornarne le dinamiche attese.