Bond o azioni? Cosa scegliere ora?

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Sono meglio i bond  o azioni? In questo momento la domanda che impera tra gli investitori è una sola.

Perché i dubbi?

Una domanda che nasce da un motivo preciso: la Federal Reserve. Dopo 10 anni di stimoli economici la banca centrale statunitense si era mossa, con Janet Yellen, verso una normalizzazione della politica finanziaria.  Una decisione che, a suo tempo, trovò dei mercati che si erano ormai assuefatti alla facile droga dei tassi ai minimi storici.

Bond o azioni? Cambio di rotta per la Fed

Qualche giorno fa, invece, il governatore della Fed, Jerome Powell, annunciava, di fatto, lo stop ai rialzi. Non solo, ma tagliava anche le proiezioni di crescita della prima economia mondiale. Una situazione che strideva completamente con quanto annunciato dallo stesso Powell, non più tardi di dicembre. E ancora: sempre Powell parlava di una riduzione del bilancio che sarebbe stata anticipata a settembre. Una decisione che oltre che sorprendere tutti, ha portato gli investitori a scappare dall’azionario e a buttarsi sull’obbligazionario.

Tanto da far nascere il sospetto di una vera e proprio bond-mania.

Calo del Treasury

Risultato: il rendimento del decennale a stelle e strisce ai minimi di fine 2017. Attualmente, infatti, il benchmarck del Treasury non va oltre un rendimento del 2,38%. Sui mercati si sta osservando quella che, a tutti gli effetti, è una migrazione verso i fondi obbligazionari. In aumento le sottoscrizioni con flussi di capitale pari a oltre 12 miliardi tra il 13 e il 20 marzo. Il tutto mentre i fondi azionari sono stati colpiti da una vera  e propria emorragia. Tradotto in numeri si parla di oltre 20 miliardi di dollari riscattati in una settimana.

Rotazione dei portafogli

Lontano il rendimento sul decennale americano del 3,2%. Così come lontani appaiono i propositi di Powell di portare avanti le strette sul costo del dollaro. Un panorama ben diverso da quello atteso e che, per di più, fa presagire una grande debolezza dell’economia mondiale. Se non addirittura una recessione.

Bond o azioni? Chi ci guadagna?

I numeri lo confermano anche in un’ottica più ampia: da gennaio i riscatti netti sui fondi azionari sono stati pari a 66,8 miliardi. Dall’altra parte, invece, ci sono stati 77,8 miliardi di dollari di sottoscrizioni sugli obbligazionari. Ma in questo movimento planetario qualcuno ci guadagna. Sono i fondi equity focalizzati sui mercati emergenti. In questo caso si parla di un saldo attivo di 15,8 miliardi. Il motivo è semplice. La politica espansiva della Fed, abbassando la pressione sul dollaro, aiuta gli emergenti. Ovvero Paesi che hanno grandi debiti denominati in dollari.