In questi giorni si fa molto parlare di una ipotesi di fusione tra Deutsche Bank e CommerzBank.
Le due grandi banche tedesche navigano entrambe da anni in cattive acque.
Gli strascichi della crisi sub-prime non sono mai stati veramente smaltiti.
Deutsche Bank e CommerzBank si sono limitate a spargere i propri asset tossici nei portafogli gestiti o comunque in soluzioni transitorie.
La montagna di crediti inesigibili accumulatasi negli anni non è stata per nulla abbattuta dalla marea di liquidità messa a disposizione dalla BCE peraltro per i soli titoli di stato.
Le nuove aperture della BCE nascono per le banche tedesche?
Nelle ultime settimane la BCE ha decisamente cambiato rotta su vari punti.
Per prima cosa l’ipotesi di rialzi dei tassi già nel 2019 è stata definitivamente cancellata dai radar operativi di Francoforte dove la BCE ha sede.
Non solo, Draghi per la prima volta ha parlato di una BCE disposta a comprare titoli dalle banche in quantità, senza delimitarli ai soli titoli di stato.
Da qui ad immaginare che Draghi guiderà la BCE a comprare asset tossici sul modello FED e BOE ce ne corre…
Ma rimane forte la sensazione che le ben note criticità di Deutsche Bank e Commerz Bank, siano risultate decisive per determinare un approccio per lo meno più possibilista…
Un colosso dai piedi di argilla: Deutsche Bank e CommerzBank
Dalla fusione tra Deutsche Bank e CommerzBank emergerebbe un colosso da 150.000 dipendenti, oltre 2000 miliardi di assets, 3000 filiali sparse per il globo.
Senza contare i 600 miliardi di prestiti, gli 800 miliardi di depositi e asset in gestione per 1100 miliardi.
Il che, nonostante le recenti batoste, porta a una capitalizzazione di borsa che al momento si aggirerebbe sui 25 miliardi.
Si resta dell’idea che senza una BCE disponibile ad agire in profondità nell’opera di pulizia degli asset illiquidi le banche ingenerale e DB e Commerz nello specifico resterebbero investimento poco appetibile.
Si creerebbe dunque un gigante dai piedi ai argilla che rischierebbe di unire debolezze anziché creare forza.
Il mercato ci crede
Nonostante questi dubbi legittimi e nonostante nel comunicato non si utilizzi la parola merger in borsa la reazione sui titoli è positiva.
Insomma la reazione classica di quando un merger viene dato come probabile.
Certamente se Draghi dovesse confermare l’intenzione della BCE di allargare il raggio di azione dei propri acquisti di titoli tutto il settore bancario europeo metterebbe, come si dice, un “turbo nel motore”.
Ovviamente in questo caso anche il colosso tedesco formato e da Deutsche Bank e CommerzBank acquisirebbe una forza esplosiva!
Si tenga però conto che forse, proprio per questo, nel caso si muova la BCE la fusione non sarebbe più necessaria visto che anche singolarmente le due grandi banche procederebbero verso il risanamento.
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