Ennesima settimana di passione per Theresa May alle prese con la definizione delle modalità di attuazione della BREXIT.
Dopo l’ennesima bocciatura della bozza di intesa impostata dalla premier Theresa May con l’Unione Europea autorità europee, il Parlamento britannico ha anche votato contro una hard BREXIT.
Ovvero all’uscita dall’UE senza accordo.
A seguire il parlamento di Londra ha richiesto un rinvio della Brexit dal 29 marzo al 30 giugno.
E proprio questa settimana, per la precisione il 21 e il 22 marzo, i Ventisette stati membri dell’UE dovranno decidere (all’unanimità…) se concedere il rinvio e, eventualmente, la sua durata.
Le difficoltà di un voto unanime su rinvio della scadenza per la BREXIT
Qualcuno parla di esito non scontato. In realtà mettere d’accordo 27 nazioni e raggiungere una votazione unanime pare impresa alquanto ardua.
Senza contare che si parte già con alla base la forte contrarietà espressa dal rappresentante tedesco.
La possibilità, a nostro giudizio, a favore di un accordo deriva invece dal fatto che si sia ormai prossimi alla tornata delle elezioni europee del prossimo 23-26 maggio.
Che senso avrebbe portare al voto i cittadini britannici, di lì a poco in uscita dall’Unione e quindi dal Parlamento?
Terzo tentativo di Theresa May
Nei primi giorni della settimana pare comunque che Theresa May farà un ennesimo tentativo per votare una terza volta sull’accordo di uscita definito tra Londra e Bruxelles.
Difficile che senza qualche concessione dell’ultima ora da parte dell’UE la Premier stavolta possa averla vinta.
Se non ci fossero, appunto le votazioni in arrivo, l’iniziativa della May la daremmo per persa…
A questo punto però, a Bruxelles così come nelle segrete stanze del parlamento di Londra, lo spauracchio di portare al voto decine di milioni di inglesi per nulla potrebbe spingere a una qualche forma di mediazione di buon senso…
Certamente il tempo stringe e se Theresa May vorrà portare a casa lo storico accordo sulla BREXIT entro marzo dovrà inventarsi qualcosa.
Sia in termini di contenuti che di abilità diplomatiche!
Articoli precedenti su BREXIT