BCE e FED come mai economie a diversa velocità?
La disparità di andamento tra il ciclo economico degli Stati Uniti e quello dell’ area UE è sempre più evidente ogni giorno di più.
Naturale chiedersi cosa abbia generato questa grande differenza nelle capacità di recupero dalla crisi e nell’ottenimento o meno di un vero rilancio economico.
BCE E FED: QE uguali ma diversissimi
Riteniamo irrilevante il fatto che la FED sia arrivata prima alla conclusione pratica che per riaccendere il motore dell’economia fosse necessario, dopo avere azzerato i tassi di interesse, arrivare al Quantitative Easing (QE).
L’immissione corposa e continua di nuova valuta sul mercato è stata elemento dirimente nell’ evitare il crash finanziario globale.
La grande differenza sta nell’indirizzo dato a questa liquidità.
La FED ha tolto dalla pancia delle grandi banche americane la montagna di titoli e derivati ormai illiquidi (tossici) accumulatasi negli anni della folle corsa al credito facile.
I percorsi con i quali la FED ha poi fatto scomparire questi titoli non sono mai stati ben chiarite.
Inizialmente sembrava si trattasse di semplici anticipazioni.
Le banche USA hanno quindi potuto riprendere rapidamente la propria funzione creditizia e contribuire e rimettere in moto rapidamente il ciclo economico.
BCE: QE a scartamento ridotto
Il QE della BCE ha avuto “effetti mediati”.
La BCE ha sì aiutato le banche a sopravvivere ma lasciare in pancia alle banche gli asset illiquidi si è rilevata una scelta perdente.
Le banche europee hanno annaspato tra gli scarsi margini da intermediazione a causa dei tassi bassi e gli impegni da onorare appunto con la liquidità concessa dalla BCE.
Il tutto quindi ha generato una situazione di precarietà che mai ha consentito alle banche UE di riattivare percorsi creditizi sani, ma, nel contempo, utili alla crescita economica.
BCE e FED: anche la politica ha fatto la sua parte
Attribuire tutti i meriti alle banche centrali vorrebbe dire di fatto azzerare ogni valenza alla politica.
In realtà anche in questo ambito, politiche agli antipodi hanno prodotto, come normale, risultati opposti.
L’austerity europea tarata su una Germania che inizialmente pareva sullo stesso viatico americano ha clamorosamente toppato.
Disoccupazione ai massimi quasi ovunque in area UE come base di un ciclo economico che da lento rischia ora di passare a una nuova ondata di recessione.
La politica di Trump, fatta di tagli alle tasse e corposi investimenti pubblici, ha premiato l’economia americana.
Economia che sta tuttora vivendo un ciclo estremamente favorevole e che, per assurdo, ora trova proprio in Trump il proprio principale ostacolo nel proseguire.
Ecco il motivo perchè l’economia americana è sui massimi e quella europea in rallentamento/recessione.