FED driver della prossima settimana: attese

Fed

Mercoledì 30 gennaio si avrà l’esito dell’attesissima riunione della FED riguardo ai tassi di interesse.

Per la verità dopo le recenti dichiarazioni ammorbidite di Powell  gli operatori sono quasi unanimi nell’ attendersi per gennaio un nulla di fatto coi tassi fermi a l 2.5%.

Attese sul comportamento di Powell e della FED

Qualche minimo dubbio però sul comportamento della FED dobbiamo mantenerlo per una serie di motivi, due in particolare:

1 le borse USA hanno recuperato circa la metà delle perdite dai massimi del 2018 e quindi la Fed potrebbe essere meno frenata dal timore di contribuire a una nuova onda ribassista

2 i dati macro-economici USA, a dispetto dell’evidente rallentamento globale, continuano a rappresentare un’economia americana robusta e in salute.

Prima o poi però potrebbe pagare lo scotto delle difficoltà altrui e pertanto la FED potrebbe essere tentata di approfittare della contingenza interna ancora favorevole.

Dati macroeconomici e calendario della settimana

E’ difficile immaginare che decisioni così importanti possano essere prese sulla scia dei dati pubblicati nei giorni immediatamente precedenti al meeting.

Sappiamo però che spesso i board sono divisi sulle decisioni da prendere.

Nel qual caso non si può escludere che l’abbrivio delle giornate più vicine possa in qualche modo spostare l’ago della bilancia da una parte o dall’altra.

Vediamo dunque, passando in rassegna i dati macroeconomici extra USA se vi potrà essere in settimana qualche numero in grado di fare la differenza.

I dati macroeconomici della settimana

Possiamo già dire che avremo un lunedì scarsamente significativo sul fronte macroeconomico, cosa che potrebbe anche favorire un ulteriore piccolo  slancio delle borse…

Martedì la temperatura salirà più che per il dato sula  fiducia dei consumatori USA per il nuovo voto del parlamento di Londra sulla BREXIT…staremo a vedere…

Mercoledì sarà il giorno della FED che verso sera ora italiana prenderà la sua decisione.

Ecco il dato sul PIL USA pubblicato al mattino di New York potrebbe essere quel qualcosa che aiuterà Powell e soci a decidere se sorprendere o meno gli analisti alzando o meno i tassi.

Naturalmente un dato di PIL molto forte scatenerebbe i falchi e la sorpresa potrebbe davvero arrivare con buona pace delle borse e della loro fame di liquidità al più basso costo possibile.

Passata la giornata i temi macro comunque saranno ancora importanti.

Draghi e la disoccupazione in Germania

Giovedì infatti, dopo l’indice dei direttori degli acquisti cinesi avremo il dato sulla disoccupazione in Germania.

Ultimo fattore rimasto per spiegare le parole di Draghi quando ha parlato di paesi trainanti…nel caso fosse molto negativo per l’area UE si aprirebbe ufficialmente la crisi.

La settimana poi si chiuderà coi fuochi d’artificio di una serie di indici ed indicatori sparsi per il mondo.

La parte del leone la farà però il tasso di disoccupazione USA che potrebbe fare davvero la differenza per l’abbrivio di febbraio e ci riferiamo anche alle borse.