L’ America in frenata piace alle borse? Cosa ne pensa la FED?
Certamente queste sono giornate di grande incertezza sui mercati finanziari e non solo.
Anche i dati macroeconomici ogni giorno ci mettono del loro per creare dubbi e lasciare nell’incertezza gli operatori.
I gestori ed i traders sono infatti molto combattuti: preferire ulteriori dati economici di eccellenza o tutto sommato un po’ di incertezza non fa male?
L’interrogativo è tosto!
Nel primo caso la FED avrebbe campo libero verso una stretta monetaria corposa.
Piaccia o non piaccia alla Casa Bianca.
Nel secondo caso a fronte di una FED più morbida, però poi ci si troverà di fronte a dati dell’economia reale in calo; a quel punto individuare l’approdo dei prezzi non sarà impresa semplice.
L’astuzia di Powell
E qui richiamiamo l’astuzia di Powell che proprio su questo tema ha puntato per spalmare un po’ di sentiment positivo sulle borse.
Dire pubblicamente che le borse scontano un ribasso più rilevante rispetto al rallentamento atteso è stata mossa abilissima.
In realtà Powell ha detto tutto e niente in assenza di parametri che in realtà, ovviamente, non sono stati forniti.
Viceversa molti si sono sbilanciati a leggere in queste parole una rinuncia ai rialzi dei tassi …
Ipotesi che invece, con la tenuta delle borse, diventerà assolutamente più probabile e concreta se non a gennaio al massimo a febbraio.
Difficile si vada oltre un unico rialzo dei tassi nel 2019
A prescindere da questa abile mossa dialettica comunque ribadiamo che è ben difficile che nel 2019 si possa andare oltre un unico rialzo dei tassi di interesse da parte della FED.
Altrettanto ci attendiamo dalla BOE mentre zero movimenti da parte di BCE e BOJ.
Anzi, se le cose si metteranno al peggio è logico attendersi addirittura una inversione della politica dei tassi di interesse.
Tutto starà nell’aggancio che avverrà tra la recuperata tenuta dei prezzi di borsa e nuovi elementi che possano fare vacillare questo equilibrio.
In altre parole se Powell è riuscito a guadagnare qualche settimana, e lo verificheremo già entro le scadenze tecniche di gennaio, la FED avrà campo libero per la sua strategia di stretta monetaria.
Viceversa nuove debolezze nel breve, faranno scompaginare anche gli intenti restrittivi della banca centrale americana.