Italia: disoccupazione sopra il 10%

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Roma piange con la disoccupazione di nuovo sopra al 10% ma Berlino non ride col crollo delle vendite al dettaglio tedesche

 

Per chi si fosse illuso che il peggio era alle spalle oggi la tonata di dati macro-economici europei sta fornendo gli elementi per mettere fortemente in discussione qualsia approccio ottimistico alla lettura del ciclo economico europeo.

  EUR Vendite al dettaglio in Germania (Annuale) (Set) -2,6% 0,9% 1,5%
  EUR Vendite al dettaglio in Germania (Mensile) (Set) 0,1% 0,5% -0,3%
  EUR IPC francese (Mensile) 0,1% 0,1% -0,2%
  EUR IPC francese (Annuale) 2,2% 2,2%
  EUR IAPC francese (Mensile) 0,1% -0,2%
  EUR IAPC francese (Annuale) 2,5% 2,6% 2,5%
  EUR PIL della Spagna (Trimestrale) (3° trim.) 0,6% 0,6% 0,6%
  EUR PIL spagnolo (Annuale) (3° trim.) 2,5% 2,5% 2,5%
  EUR Tasso mensile di disoccupazione italiano (Set) 10,1% 9,9% 9,8%

 

Nessun dato meglio delle attese convalida l’ipotesi che un armonico ciclo economico di crescita come quello che ha caratterizzato gli Stai Uniti da parecchi mesi a questa parte è ben lungi dal realizzarsi.

Anzi anche la locomotiva tedesca sbuffa carica di incertezze e redditi mal distribuiti , tanto da vedere crollare le vendite al dettaglio a un disastroso -2.6% rispetto ad attese positive a +0.9% e al precedente di +1.5%. La Merkel e i suoi solerti soloni inviati a Bruxelles in sede UE e al tavolo di Draghi in ambito BCE dovrebbero iniziare a riflettere ponendosi la domanda se davvero con questa impostazione va tutto bene….L’abbiamo già scritto ma lo ribadiamo, indebolire ipartners, in una logica di moderna colonizzazione, non può che portare questi esiti sfavorevoli per tutti.

Nel tutti sta l’unica derivazione positiva di questo dato sulle vendite al dettaglio tedesche che imporrà una frenata ai falchi pronti ad imporre a Draghi una stretta monetaria che mal si concilierebbe con un simile crollo dei consumi.

E meno male perché anche in Francia è uscito (uno su quattro per la verità) un dato inflazionistico sui prezzi al consumo e i cattivi pensieri di irrigidimento monetario avrebbero potuto trovare a Parigi validi alleati.

Mentre in Spagna il PIL resta in linea con le attese e su un buon livello di crescita è ancora una volta l’Italia a mettere il veleno nella coda.

Il dato sulla disoccupazione tornato sopra il 10% posizionandosi a 10,1% vs 9.9% e con un precedente 9,8% che poteva avere illuso qualcuno, è dato che deve dare una svegliata al governo.

Governo è vero impegnato non per sua scelta nel ping-pong con Bruxelles ma che se convinto delle proprie scelte deve andare avanti compatto.

A questa disoccupazione ereditata ma imperante servono risposte immediate.
La fiducia mostrata dagli imprenditori sulla scia della Flat Tax deve ora trovare corrispondente decisionismo in scelte coraggiosa in ambito di semplificazione della burocrazia e grandi vantaggi fiscali per chi crea ma aggiungo mantiene posti di lavoro.